Trentatreesima settimana di gravidanza
Al raggiungimento della trentatreesima settimana di gravidanza il liquido amniotico ha un volume di circa 1 litro e ha raggiunto il livello massimo, infatti, sarà il bambino ad occupare sempre più spazio e, al momento del parto, ne resterà circa la metà. Il vostro bambino è lungo circa 41 cm e ha superato i 2 kg di peso e i suoi polmoni sono quasi completamente maturi e continuano a produrre surfattante che, come abbiamo visto, è importantissimo per la respirazione.
Anche i centri dell’udito e del linguaggio si stanno specializzando sempre di più, tanto che il bambino sarà capace di riconoscere la vostra voce una volta nato. Nel suo fegato si sta accumulando il glicogeno, una sostanza che gli fornirà una buona riserva di energia durante il travaglio e fino allo stabilizzarsi dell’allattamento. Le ossa continuano ad indurirsi anche se non sono ancora fuse insieme. La scatola cranica resta invece ancora piuttosto morbida, in quanto deve rimanere flessibile in vista del parto quando, in fase espulsiva, la pressione esercitata su di essa sarà talmente forte, che si dovrà in qualche modo “adattare”. Per questo motivo, infatti, molti bambini possono nascere con il cranio allungato, che ritornerà a posto entro qualche settimana dalla nascita.
Quanto ai vostri cambiamenti, il seno continuerà ad ingrossarsi, così come i capezzoli, in modo tale che il bambino possa trovarli e attaccarsi con più facilità. Inoltre, il seno inizierà a prepararsi per la produzione di latte, stimolato proprio dal feto che, attraverso la placenta, dà l’input a questo processo. Egli rilascia infatti un ormone che, assorbito dalla mamma, attiva in lei la produzione di latte che sarà disponibile dopo il parto, con la montata lattea. E’ invece già presente il colostro, che sarà il primo pasto del bimbo appena nato e che cambierà consistenza e composizione chimica giorno dopo giorno, in relazione alle esigenze del neonato.
Le contrazioni di Braxton-Hicks si intensificano e porteranno piano piano ad ammorbidire e raccorciare il collo dell’utero e a far sì che perdiate il tappo mucoso.
Il ginecologo controllerà spesso il vostro addome per capire come si presenta il bambino, visto che nel 15% dei casi, potrebbe trovarsi ancora in posizione podalica e non girarsi prima della trentaseiesima settimana. Per spronarlo a mettersi nella corretta posizione, potete fare questo esercizio: sdraiatevi supine con un cuscino sotto il sedere che lo alzi di circa 20 cm dal pavimento e rimanete così per una ventina di minuti (se non vi gira la testa ovviamente). Ripetete l’esercizio per 2-3 volte al giorno. Se il bambino si ostina a non girarsi, dopo la trentasettesima settimana il ginecologo potrebbe effettuare una particolare manovra, detta EVC (Versione Cefalica Esterna), per indurre il bambino a girarsi accompagnandolo in una sorta di capriola in avanti (sì, per voi non sarà piacevolissimo ma almeno non è doloroso). Se neanche questo funziona, probabilmente dovrete partorire tramite parto cesareo.
Probabilmente sarete in preda alla frenesia di pulire la casa, riordinare, rendere le stanze a misura di bambino, con tutte le cose che vi servono a portata di mano: si tratta della classica sindrome del nido, durante la quale vi sentirete addosso una nuova forza che adopererete per rendere la casa perfetta per accogliere con tutti gli onori il vostro bambino.