Storia della luce delle candele: dalle origini ai giorni nostri
Le comodità della società moderna sono, ormai, assodate per la maggior parte delle persone: pensiamo, ad esempio, alla corrente elettrica e a tutte quelle apparecchiature che, in sua assenza, risulterebbero del tutto inutilizzabili. È difficile immaginare una quotidianità priva di elettrodomestici, specialmente quelli di uso comune (dalla lavatrice all’asciugacapelli, dal forno a microonde alla TV). Eppure, basta guardare indietro ad appena un secolo fa, per notare come le abitudini della gente – soprattutto quella più povera – fossero completamente diverse.
L’avanzare del progresso tecnologico ha portato, senza ombra di dubbio, enormi vantaggi, rendendo possibili azioni un tempo impensabili e semplificando di gran lunga la nostra vita quotidiana. Per accorgersene, del resto, è sufficiente un’interruzione della fornitura elettrica, anche soltanto per alcune ore. Al minimo black-out, infatti, tante persone entrano letteralmente nel panico, vanno alla ricerca delle candele conservate chissà dove in casa e, non potendo accendere il televisore, né il computer, non hanno idea di come trascorrere il loro tempo.
A proposito di candele: lo sapevi che questo oggetto ormai “datato”, utilizzato più per altri scopi (ad esempio, come profumatore di ambienti, idea regalo, complemento di arredo, ecc.) che non per quello originale, ovvero per illuminare la casa e gli spazi esterni, vanta una storia millenaria? Proviamo, quindi, a ripercorrere insieme le origini e l’evoluzione della candela!
Come nascono le prime candele?
Le prime testimonianze legate alla produzione e all’uso di candele provengono dall’Antica Roma (500 a.C. circa). Il materiale impiegato all’epoca era il sego, ovvero il grasso di origine animale, mentre la variante realizzata con cera d’api era tipica dell’Oriente, in particolare della Cina (durante la dinastia Han, tra il 200 a.C. e il 200 d.C.). In India, invece, la cera si otteneva dalla bollitura del cinnamomo, mentre nella zona del Tibet si preferiva il burro di yak.
L’utilizzo delle candele rimase abbastanza comune, sia come strumento per l’illuminazione di case e strade, sia in occasione di cerimonie e riti religiosi, anche in epoca medioevale. A causa del suo odore sgradevole, dovuto alla presenza di glicerina, il sego fu presto sostituito da altre materie prime, in particolare dalla cera d’api. Tuttavia, quest’ultimo “ingrediente” aveva un costo elevato, ragion per cui furono principalmente le famiglie più abbienti ad illuminare le proprie dimore con sontuosi candelabri. Diversamente, i contadini e le persone di umili origini erano costretti a ripiegare sulla versione in sego o, più spesso, su torce e lampade ad olio.
L’uso delle candele ai giorni nostri
Con l’invenzione e la diffusione dell’energia elettrica, accendere candele in casa è diventato sempre più un vezzo – e non una necessità. D’altronde, i vantaggi legati all’uso di lampadine, dapprima ad incandescenza e, poi, al neon, a led, ecc., sono molteplici: dal minore rischio di incendi o incidenti domestici alla maggiore praticità. Inoltre, l’illuminazione odierna ha costi ben più bassi e non richiede particolare manutenzione, né frequenti sostituzioni (a differenza delle candele, la cui durata rimane, comunque, limitata). Chi desidera risparmiare ulteriormente, poi, oggi può ricorrere ad un comparatore luce e gas, in modo da mettere a confronto il rapporto qualità / prezzo dei vari servizi e scegliere il fornitore più competitivo.
Nonostante ciò, le candele in cera non sono affatto scomparse dal mercato. Anzi, vi sono parecchi estimatori che non intendono rinunciarvi. Non è un caso che, anche online, si trovano decine e decine di varianti per tutte le esigenze: candele colorate e/o profumate, dalle forme classiche o con un design unico, che diventano veri e propri oggetti da esposizione. Tra le tipologie più apprezzate: candele alla vaniglia, al muschio bianco, alla rosa o alla lavanda, candeline per torte di compleanno, candele con raffigurazioni sacre per chiese e altari.