Salute: in America via libera alla pillola dei 5 giorni dopo

Care mamme diamo un occhio alla stretta attualità oggi. Sì alla commercializzazione della pillola dei cinque giorni dopo in America. La Food and Drug Administration (l’autorità sanitaria americana) ha, infatti, autorizzato la vendita su prescrizione medica della pillola che potrà essere assunta fino a 120 ore dopo il rapporto a rischio. A differenza della pillola del giorno dopo (a base di levonorgestrel) che può essere assunta fino a 72 ore dopo il rapporto a rischio ma perdendo di efficacia, gli studi fin’ora portati avanti non hanno mostrato perdite di efficacia  per la pillola del quinto giorno (basata invece su l’ulipristal acetato).

Già diffusa in molti paesi europei, la pillola dei cinque giorni dopo è dallo scorso venerdì ammessa anche negli Usa, dove alcune statistiche dicono che quasi la metà delle gravidanze è accidentale mentre rimane un miraggio la sua commercializzazione nel Bel Paese. L’azienda produttrice ha ottenuto il via libera dall’Emea (l’autorità europea del farmaco) ma non dispone ancora dell’approvazione dell’Aifa, indispensabile per la commercializzaizone in Italia, nonostante la richiesta sia stata inoltre oltre un anno fa.

Il ministro della Salute Ferruccio Fazio aveva sospeso la pratica in attesa del parere degli esperti che dovevano valutare gli effetti della pillola dei cinque giorni dopo in relazione alla normativa sull’aborto, nonostante il farmaco non sia abortivo, ma classificato come contraccettivo d’emergenza, simile dunque alla pillola del giorno dopo (legale in Italia benché ancora avversa ) con una copertura maggiore a livello temporale.

Dal punto di vista pratico le statistiche dicono che dopo un rapporto non protetto hanno circa il 20% di probabilità di restare incinte, assumendo la pillola del giorno dopo (ovvero fino a 72 ore) la possibilità scende a 1 su 40, con la pillola dei cinque giorni dopo si riduce ulteriormente fino a 1 su 50. Tecnicamente invece la pillola interferisce con il possibile annidamento, impedendo l’inizio della gravidanza, concetto molto diverso dunque da quello della pillola abortiva, la famigerata Ru 486 che invece interrompe la gravidanza.

Per entrambi i farmaci sembra comunque profilarsi vita dura in Italia, benché la pillola abortiva stia poco alla volta entrando nel prontuario farmaceutico italiano, ed è già in uso in alcune strutture ospedaliere, dove dunque le donne incinte che vogliono abortire possono richiedere l’impiego della Ru486, accettando un ricovero ospedaliero di tre giorni, resta un dibattito ideologico forte che coinvolge medici e farmacisti.