SAI OSARE – Genitori e figli alla conquista dell’autostima

Esiste una relazione biunivoca tra quello che i genitori sono, pensano, agiscono e quello che la loro prole è, pensa, agisce; questa connessione circolare supera le fondamenta biologiche, il modello sul quale la vita imbastisce quel vestito su misura chiamato personalità. La dinamica relazionale più primordiale e atavica tra genitori e figli rivela come il valore che gli esseri umani si attribuiscono dipenda dall’interdipendenza tra le qualità che attribuiamo a noi stessi e quelle che ci vengono attribuite dagli altri (o che pensiamo ci vengano attribuite), in primis dai nostri familiari.

Tuo figlio è paragonabile a un segugio abilissimo nel captare ogni tuo segnale emotivo, di serenità o di timore, di sconforto o di approvazione, di delusione o di soddisfazione. Fin da neonato legge le tue parole e i tuoi comportamenti in base agli input che riceve dai suoi radar emotivi; ancora ignaro del significato da attribuire a quello che ascolta e osserva, e dunque impreparato alle conseguenze che scaturiranno, percepisce chi sei.

E tu sei una persona, ancor prima di essere un genitore.

È possibile migliorare la propria autostima di genitori solo se, allo stesso tempo, ci si adopera per implementare l’autostima globale nelle aree di vita più importanti oltre a quella famigliare, che sono: il lavoro, le relazioni, il rapporto con il nostro corpo. Queste aree non hanno confini invalicabili ma anzi sono molto permeabili ai trofei che impreziosiscono le aree limitrofe, così come alle disfatte subite.

Considerarsi persone ancora prima che genitori fortifica l’ambizione a migliorare in toto le nostre vite, anche nei palcoscenici di cui i nostri figli non sono spettatori; ci aiuta a diventare modelli di riferimento e di realizzazione credibili, perché come ha scritto Milton Erickson: «Chi realizza se stesso realizza anche gli altri».

Il benessere di tuo figlio deriva dal tuo benessere: maggiore sarà la resilienza che dimostrerai nell’affrontare i problemi che la vita ti propone, più tuo figlio assorbirà questo mindset cognitivo, emotivo e comportamentale, divenendo sempre più forte, abile problem solver, equilibrato nella realizzazione dei suoi desideri, consapevole dei suoi limiti ma anche delle sue possibilità.

Per aiutare i nostri figli a conquistare la loro autostima, dobbiamo adoperarci per migliorare la nostra.

Ma proprio perché si tratta di un graduale processo di costruzione e non di fantasticherie positiviste, dobbiamo avvalerci di supporti efficaci: primo fra tutti, il famigerato stile di vita.

Ci serve un mezzo capace di trasformare le intenzioni in azioni, il direttore dei lavori in quel cantiere perenne chiamato vita quotidiana, capace di fare una costante cernita delle risorse disponibili, degli obiettivi realizzabili, dei fornitori più fidati, delle modifiche migliorative e degli impatti che i singoli cambiamenti avranno sulla struttura nel suo insieme; serve pragmaticità nel restyling del tempio-autostima, perché l’autostima è sfuggente e ama metterci alla prova come un manovale sabotatore che si diverte a togliere i ponteggi tra il desiderare e l’agire.

La relazione tra autostima e stile di vita è intima e profonda ma, a differenza di una sana storia d’amore, è un legame di dipendenza; solo se riusciremo a fare la vita che faremmo se fossimo già la persona che vogliamo essere, potremo diventare quella persona; potremo tramutarci nel nostro upgrade, così simile a noi ma, al contempo, così diverso da noi.

Ogni genitore è chiamato a fare esperienza dei propri figli, a fare amicizia con il bambino che è stato e con l’adulto che è, a calibrare il proprio stile personale e i propri valori sul bambino che la natura gli ha donato. Non esistono ricette, ma forse un suggerimento utile possiamo estrapolarlo proprio dalla teoria piagetiana, secondo cui il processo di adattamento consiste in «un equilibrio dinamico tra l’assimilazione dei nuovi dati empirici a schemi precedenti di comportamento e l’accomodamento degli schemi già posseduti in base ai nuovi dati».

Ci piace l’idea di educare al costruttivismo genitoriale!

Perché abbiamo deciso di scrivere questo libro?

Perché avevamo il desiderio di sistematizzare tutto quello che abbiamo imparato da quando, oltre quindici anni or sono, abbiamo aperto un servizio culturale e ricreativo per bambini da 0 a 3 anni che ci ha permesso di supportare quasi cinquecento famiglie nell’assimilare la nuova esperienza di crescere un bambino e nell’accomodarla ai vissuti pregressi; perché ciò che queste famiglie ci hanno insegnato continua a essere assorbito e accomodato mentre cresciamo nostra figlia; perché è accogliendo, ogni giorno, i genitori in difficoltà che la nostra missione di aiutarli a diventare la versione migliore di loro stessi, incarnando il loro stile di vita ideale, si fortifica e intensifica.

Questo primo libro è dedicato al pilastro del tempio che ci sta più a cuore: la famiglia.

Ed è dedicato anche un po’ alla nostra famiglia.

Desideriamo accompagnarti come genitore in un percorso fatto di opportunità travestite da ostacoli, utili a rendere tuo figlio forte, equilibrato, intelligente, sensibile, responsabile, resiliente e capace di costruire la vita che desidera.

Aiutando lui, aiuterai te stesso; aiutando te stesso, aiuterai lui.

Mettendo in moto questa ruota benefica, trasformerai l’onere educativo in onore e la fatica in dono.

Il percorso è costituito da otto gradini, di pari importanza, correlati tra loro.

A ogni gradino corrisponde una lettera, iniziale dell’opportunità che preannuncia.

Queste otto lettere compongono il nostro acronimo beneaugurale: SAI OSARE.

Se vorrai osare, eviterai di sprecare occasioni importanti per la tua vita e la nostra missione sarà compiuta, perché come ci allerta il grande Carl Gustav Jung: «La vita sprecata dei genitori ha un’influenza molto forte sul comportamento dei loro figli».

Buona lettura!

Lara e Alessandro