Quando arriva un Fiocco in azienda

Spesso la maternità in campo lavorativo è avvertita solo come un problema: per la donna, in vista della riorganizzazione della sua vita con il bambino e del reinserimento in ufficio, e per il datore di lavoro, che si trova a cercare una sostituzione (non sempre) temporanea e a volte poi ad accettare anche una minore presenza della mamma-lavoratrice (perché il piccolo si ammala, perché c’è l’inserimento all’asilo e così via). Per non parlare delle difficoltà di conciliazione pratica tra lavoro e famiglia, o della esiguità e scarsa applicazione delle leggi vigenti in materia, come denunciava proprio a noi di Mammaoggi.it anche Maria Cimarelli di Working Mothers Italy.

Risultato? Un terzo delle donne smettono di lavorare dopo il parto e tante aziende perdono una professionalità preziosa. Insomma, non c’è alcun vantaggio per nessuna delle parti.

Per questo, dopo la nascita di progetti come Working Mothers Italy, Moms@work e delle Tagesmutter, il gruppo Donne Manager di Manager Italia, in collaborazione con La Casa Rosa(Associazione di supporto alla genitorialità con sede a Milano) e con il contributo del Comune di Milano, ha sviluppato «Un fiocco in azienda», iniziativa volta a sostenere e facilitare proprio il rapporto tra lavoro e maternità, e in generale a valorizzare l’esperienza della genitorialità.

Grazie anche agli esperti de La Casa Rosa, il programma prevede un sostegno continuativo alla mamma in quella difficile fase che è il puerperio, quando maggiore è il rischio di depressione post-partum, e poi al momento della ripresa del lavoro, sostegno che è psicologico e anche burocratico. In Italia infatti, come si legge sul sito, solo il 45% delle donne attive è occupato, contro il 60% del resto d’Europa a 27 e addirittura il 70% dei paesi più avanzati. Un vero spreco di risorse!

In attesa che la politica faccia il suo corso, iniziative come questa sono molto importanti, perché, oltre a porsi come valido sostegno ai futuri genitori, evidenziano l’interesse che anche il datore di lavoro può avere ad accettare e sostenere la maternità. Tanto più che «Un fiocco in azienda» non ha costi aggiuntivi per il datore di lavoro che voglia aderire.

Così pure è vitale in generale che esistano associazioni di qualsiasi tipo in grado di promuovere richieste fondamentali, per chi ha figli, presso le commissioni parlamentari e i vari livelli amministrativi. A volte funziona davvero, come è successo con le strisce rosa promosse da Quimamme.