Placenta accreta, di cosa si tratta?
Se ne parla molto in questi giorni, dato che stiamo parlando di un disturbo che ha colpito una famosa diva americana alla sua seconda gravidanza, ma che cos’è effettivamente la placenta accurate e che problematiche comporta?
La placenta accreta, detta anche placenta aderente è quella placenta che aderisce in alcune sue parti all’utero.
La problematica della placenta accreta si riferisce soprattutto al momento del parto.
Il primo problema è che può causare un parto prematuro. Ed il secondo è che a causa della sua forte aderenza la placenta non si stacca o si stacca solo in parte dalle pareti dell’utero.
La placenta accreta provoca quindi un copioso sanguinamento, talvolta emorragico.
Si tratta di una patologia non molto frequente, ma che colpisce da 1 a 500 gravidanze in un anno.
Quali sono i segnali di una placenta accreta
Una placenta aderente può causare sanguinamento vaginale nel terzo trimestre di gravidanza.
Naturalmente al minimo sanguinamento quando si è incinta è opportuno farsi immediatamente visitare da un ginecologo.
Come si diagnostica la placenta accreta
Solitamente questo tipo di problema viene diagnosticato con una semplice ecografia, in casi molto particolari può essere eseguita una risonanza magnetica.
Al momento del parto
I ginecologi raccomandano nel caso specifico di questa patologia di indurre il parto tra la 34 e la 38 settimana, per aiutare a prevenire l’eventuale sanguinamento.
Se al momento del parto il sanguinamento è particolarmente ingente e c’è rischio di grave emorragia per la madre, solitamente il personale medico preferisce non mettere a rischio la vita della madre ed eseguire una isterectomia, il che significa che viene asportato l’utero.
L’isterectomia non è un trattamento reversibile, per cui è impossibile avere una gravidanza dopo aver subito questo tipo di intervento chirurgico.