Non vi ascolta? Ecco come impostare in modo efficace dei time-out

La tecnica del time out è diventata molto diffusa tra tutte le mamme. Molto spesso infatti, i bambini si comportano male e non ascoltano i consigli dei propri genitori. A volte per riuscire a superare a questa necessità di farsi ascoltare, si cerca di impostare il cosiddetto “time out”, ovvero l’obbligo che il bambino resti in silenzio per qualche minuto dopo che ha combinato qualche piccola marachella.

Questa tecnica prevede che il bambino resti seduto oppure in piedi in un angolo senza parlare, in modo tale che possa riflettere su quanto ha fatto. Secondo i psico pedagogisti, questa tecnica è davvero molto efficace ma va valutata con molta attenzione. Per fare in modo però che il bambino possa ascoltare la propria mamma, bisogna impostare questi time out in maniera strategica e farli funzionare in modo giusto.

In cosa consiste la tecnica del time out

Questa tecnica ha come scopo quello di allontanare il bambino dal luogo in cui è stato compiuto un comportamento definito come non accettabile. In pratica, va tolto dal contesto piacevole in cui si trovava in modo tale da fare scattare in lui la necessità di capire che quel comportamento è stato ritenuto come offensivo.

Pediatri e psicologi infantili convergono sulla necessità di utilizzare questo tipo di tecnica che è davvero efficace in termini disciplina. Generalmente per il time out si sceglie un angolo della casa, ergo uno spazio dove il bambino deve stare in silenzio senza poter interagire con gli altri. Secondo studi recenti, l’85% dei genitori utilizza questa tecnica educativa molto spesso, ma talvolta in modo sbagliato.

Tra gli errori più comuni è quello di permettere al bambino di giocare oppure di parlare durante questa fase. Un altro errore comune è quello invece di dare troppi avvertimenti ai piccoli che così non capiranno l’importanza di questo comportamento. Per rendere efficace il time out, bisogna invece utilizzare una serie di tecniche specifiche.

Come fare in modo che il time out funzioni

Per fare in modo che il time out funzioni bisogna evitare una serie di errori che comunemente vengono fatti dai genitori. In generale, la prima regola è quella di evitare di usare troppo spesso il time out. È una strategia che deve essere ben dosata perché altrimenti finisce per essere presa sotto gamba dal bambino.

In realtà, in quel momento il bambino non sta pensando a ciò che ha fatto, ma quello diventa un modo per evitare che la situazione possa andare peggiorando. I bambini inoltre, nel periodo di time out devono essere ignorati perché devono pensare che il loro comportamento sbagliato gli ha fatto perdere l’attenzione dei genitori.

Questo sarà un incipit per migliorarsi ed evitare di fare quel comportamento in futuro. In più, il time out deve essere sempre utilizzato per dei comportamenti gravi. Il bambino non può essere messo in time out per errori di poco conto né tantomeno per comportamenti non eccessivamente offensivi: in quei casi, è possibile utilizzare tecniche alternative.

Usare bene il time out

Il time out deve essere utilizzato nel caso in cui una situazione sta precipitando. Per fare in modo che sia efficace bisogna dare un singolo avvertimento senza ripetere eccessivamente e annunciare quando inizia questo periodo e poi attivare un timer orario in modo tale che questa la situazione sia per lui motivo di attenzione.

Il time out deve essere molto noioso per il bambino, che quindi deve essere disincentivato a svolgere quel tipo di atteggiamento in futuro. La fine del time out deve essere sempre sancita da un timer.

Quando il bambino rifiuta il time out

Se il bambino non accetta l’imposizione del time out, si può offrire una scelta alternativa, ovvero un altro tipo di punizione, come ad esempio togliere il diritto alla tv.

L’alternativa può anche essere quella di dargli più tempo libero e quindi accorciare quello di time out, nonché magari barattare con se stessi, nel senso di non parlargli fino a quando non accetterà la vostra imposizione. La cosa importante è che durante il time out, il bambino non deve ricevere alcun tipo di attenzione.

Altri consigli fondamentali:

Senza dubbio, la parte più difficile della genitorialità è la disciplina. Non stiamo parlando di addestrare i bambini ad essere dei piccoli soldati, ma ad acquisire alcune importanti regole di vita sociale. In pratica stiamo parlando di impostare e rispettare dei limiti. Se il vostro bambino ha oltrepassato quella linea, ad esempio, rompendo una regola della casa, è necessario insegnargli che in casa vostra e nella vita, le azioni hanno delle conseguenze. Qual è la sfida più grande in tutto questo? Imparare a dare al piccolo dei time-out.

È possibile che non abbiate mai utilizzato e pensato a dei time-out prima d’ora. Per le tate e quindi anche per voi mamme, è lo strumento più efficace per plasmare il comportamento del bambino quando si trova fuori controllo. Il time-out insegna ai bambini che quando si sono comportati male, hanno bisogno di dedicare qualche minuto a se stessi per ordinare i loro pensieri e i sentimenti. Dopo essersi calmati, potranno parlare di questi sentimenti con voi. Dando i time-out, si sta effettivamente insegnando al piccolo ad avere pazienza e ad essere responsabili delle proprie azioni.

Ecco come impostare in modo efficace dei time-out:

Designare un punto. Il time-out dovrebbe sempre essere lo stesso. Per i bambini dai 2 ai 4 anni, sarebbe  meglio indicare un tempo e un luogo in cui comunque è possibile tenerli sotto controllo. Idealmente, dovreste lasciare che stiano da soli in un angolo della stanza, in modo che non possano combinare dei guai! (Non usate una culla o un letto, quelli servono solo per dormire!) Inoltre, non bloccate il bambino in una stanza, in quanto ciò è spaventoso per un piccino.

Date degli avvertimenti. Non basta mettere il vostro bambino in time-out dopo la prima infrazione. Questo significherebbe solo renderlo più arrabbiato. Prima di impartire un time-out, occorre dare degli avvertimenti, ad esempio “ho detto di non gridare, se lo fai ancora una volta sei in time-out”.

Un minuto di time-out per ogni anno di età. Fidatevi di me, tre minuti sono una vita per un bimbo di 3 anni! Il time-out funziona meglio dopo i 2 anni. I bimbi troppo piccoli non riescono a capire il concetto. Assicuratevi poi di utilizzare un timer che sia visibile al bambino.

Non alzatevi. Se il vostro bambino si alza e si sposta fisicamente prima che il timer si spenga, non fate nulla, ma reimpostate il timer dall’inizio. Lasciate pure che protesti quanto gli pare ma non infrangete il time-out! Non importa quanto vi stia supplicando, implorando e quanto stia piangendo di fronte a voi, state saldi. I genitori devono lavorare come una squadra su questo principio. Non appena il bambino si rende conto che un genitore si intenerisce, la battaglia di volontà è vinta. E l’invio di messaggi contrastanti confonde in ultima analisi il bambino.

Non esagerate. Il time-out deve essere utilizzato solo per le grandi trasgressioni o per i grandi trasgressori. Inoltre, non combinate mai un time-out con il togliere un giocattolo o il dare una ricompensa.