Maternità e lavoro: come diventare mamme imprenditrici
In Italia il fenomeno delle mamme che perdono il lavoro durante o dopo la gravidanza sembra essere una consuetudine sempre più ampia. Quale datore di lavoro vorrebbe pagare una dipendente e non averla presente in ufficio? Senza parlare dei “problemi” che comporta: assenze per malattia, telefonate da/a casa, permessi chiesti di continuo. Nel nostro paese, purtroppo, riuscire a conciliare maternità e lavoro sembra impossibile, e questo soprattutto a causa della scarsa tutela delle neomamme: tante volte si è parlato di smartwork, di conciliazione famiglia-lavoro ma, ad oggi, niente di concreto è stato fatto. E la minaccia di essere buttate fuori dall’azienda è sempre dietro l’angolo.
C’è però chi riesce a reinventarsi, creando letteralmente una nuova professione, seguendo i trend più attuali presenti sul mercato. Un grande “aiuto” arriva da internet, che grazie alle nuove professioni consente di lavorare da casa in maniera flessibile, secondo gli orari più congeniali. Tante mamme si sono messe di nuovo a studiare e sono diventate, ad esempio, social media manager, oppure editor per i siti web, consulenti di marketing online e via dicendo. Certo, anche queste professioni innovative non sono alla portata di tutti, ma l’impegno, lo studio e la determinazione possono aprire tante porte.
Un libro che insegna a diventare mamme imprenditrici
Di come diventare mamme imprenditrici se ne parla anche nel libro “Mamme e lavoro oggi – Le mompreneurs”, scritto a quattro mani da Francesca Amè e Patrizia Eremita ed edito da Bookrepublic.
Al suo interno 5 storie di mamme che sono riuscite, con grande determinazione e sacrificio, a mettere su una propria attività e a diventare imprenditrici. C’è chi, come Francesca, si è lanciata in professioni innovative sul web; e chi invece come Gabriella ha dato voce alla propria creatività diventando orafa ed esportando i suoi lavori anche in Giappone.
«Ma non bisogna pensare – spiega la Amè a Giornale.it – che mettersi in proprio significhi lavorare meno. Almeno inizialmente, e per inizialmente intendo almeno un paio di anni, sarà una full immersion totale. Si lascia un lavoro di 8 ore per lavorarne magari 15. Però concentrate in orari della giornata in cui non vanno a scontrarsi con la famiglia». Insomma, niente di regalato per una mamma imprenditrice, ma questo lo sapevamo già.
Cosa serve per avviare un’impresa?
Prima di tutto occorre un’idea, qualcosa che sia valido. Poi serve un business plan e un investimento economico che non necessariamente deve essere altissimo. Ci sono poi i costi amministrativi e fiscali da contemplare, primo fra tutti la partita iva. E poi tanto, tanto studio ed impegno, unito ad una bella dose di fortuna.
Se volete approfondire l’argomento, vi consigliamo la lettura di questo interessante ebook (disponibile solo in versione epub), che vi darà più di un chiarimento e vi aprirà gli occhi su un nuovo mondo.
(fonte foto: pixbay.it)