Mamma Sesa: ragadi, la mia esperienza

Care mamme,

come già sapete, visto che la vostra risposta è stata più che positiva, MammaOggi ha inaugurato una rubrica in collaborazione con una consulente professionale sul tema dell’allattamento, per rispondere a tutti i vostri dubbi. Come regolarsi con le poppatecome attaccare correttamente il bambino al senoallattamento a richiesta sono solo alcune delle tematiche che abbiamo affrontato e, leggendo i commenti di alcune di voi sia qui sul sito che sulla nostra pagina Facebook, non ho potuto fare a mano di pensare a quanto io sia stata fortunata. Non mi riferisco solo al momento specifico della poppata, ma anche ai problemi che una scorretta suzione può provocare, prime fra tutti le ragadi e la mastite, di cui io non ho mai minimamente sofferto.

Non vi so dire se la mia è stata semplicemente fortuna o se gli accorgimenti che ho adottato siano stati determinanti ma, comunque sia, voglio raccontarvi la mia esperienza, con la speranza che possa esservi utile.

Devo premettere che gran parte del merito va al mio piccolino che, da buon tedesco anche se solo per metà, ha dimostrato fin da subito la precisione di un perfetto professionista della suzione: bocca bene aperta, lasciando buona parte dell’areola ben visibile sopra il labbro superiore ma non sotto quello inferiore, labbro inferiore rivolto all’infuori e mento aderente al seno. Inoltre, la sua poppata durava esattamente 20 minuti (10 da una parte e 10 dall’altra) ma molto molto intensi, quindi il mio seno era quasi sempre perfettamente svuotato. Dunque devo dire che il contributo di mio figlio è stato davvero essenziale, soprattutto considerando che la sua posizione preferita era quella classica seduta e che protestava parecchio quando cercavo di proporgliene altre, quindi il fatto che succhiasse correttamente penso sia stato di vitale importanza!

Quanto a me, durante la gravidanza non ho prestato particolare attenzione alla cura del capezzolo (attualmente si consiglia invece di ammorbidire la pelle del seno con oli emollienti, già a partire da qualche settimana prima del parto) e in questo caso magari sono stata un po’ leggera. Per una seconda gravidanza sicuramente mi procurerei dell’olio di mandorle (che ho usato per la pelle del mio bambino appena nato ed è ottimo) per preparare al meglio areola e capezzoli.

Durante il periodo caldo dell’allattamento, la mia procedura “salva capezzoli” contro le ragadi era a grandi linee la seguente: dopo ogni poppata, lavavo entrambi i seni con acqua tiepida e il sapone delicato che usavo per fare il bagnetto a mio figlio (Baby Gel Bagno per corpo e capelli della Penaten), se non era troppo freddo li facevo asciugare all’aria mentre mi lavavo i denti ad esempio, oppure li asciugavo velocemente con il phon e, molto raramente, li tamponavo con l’asciugamano. Mi assicuravo sempre che fossero ben asciutti e poi applicavo regolarmente la crema per i capezzoli (usavo la PureLan della Medela, che vi consiglio caldamente) prima di rimettermi il reggiseno con le coppette assorbilatte, che cambiavo davvero spessissimo, visto che le coppette troppo impregnate di latte potrebbero provocare macerazioni della pelle (quelle che usavo io erano le classiche Johnson’s Baby, più discrete rispetto a quelle della Chicco ad esempio, molto morbide, anatomiche e con un buon potere assorbente). Inoltre, durante la poppata, quando mio figlio di staccava da un seno e passava all’altro, aspettavo sempre qualche minuto prima di “imprigionare” nuovamente il seno nel reggiseno, per far sì che il capezzolo si asciugasse almeno un po’ all’aria e, a volte, lo massaggiavo velocemente con una goccia del mio latte, lo facevo asciugare e poi rimettevo il reggiseno.

Ecco, questa è stata la mia esperienza e qualche piccolo accorgimento che ho messo in atto con la speranza di protrarre il più possibile questa bellissima esperienza che ricordo sempre con nostalgia: mi è andata bene, ho allattato il mio bambino per 18 mesi senza il minimo problema di ragadi o di mastite.

A voi invece come è andata? Avete voglia di condividere con noi i vostri “segreti del mestiere” per aiutare qualche altra collega-mamma in difficoltà? Grazie in anticipo a nome di tutte!!!

(Fonte Immagine – pregnancybuzz.com)