Le ragadi al seno
Care mamme,
oggi parliamo di uno dei fastidi più dolorosi che possono insorgere durante l’allattamento al seno: le ragadi. Le ragadi sono dei piccoli taglietti o feritine che interessano la superficie del capezzolo, specialmente nei punti in cui esso si attacca all’areola.
La causa principale delle ragadi è la scorretta suzione del bambino, che si attacca al seno non facendo ben aderire la bocca all’areola, ma succhiando solo la punta del capezzolo.
Considerando la foga con cui solitamente un bambino succhia durante le poppate, la posizione sbagliata e il continuo sfregamento di zone così irritate, è facile intuire quanta sofferenza possano provocare le ragadi durante l’allattamento.
Le ragadi, inoltre, sanguinano con facilità ed è possibile quindi che il bambino inghiotta un po’ di sangue insieme al latte: se trovate del sangue nei rigurgiti o nelle feci, non allarmatevi perché, molto probabilmente, dipende da questo.
Prima di vedere come curarle, però, soffermiamoci un po’ sui metodi per prevenirle, evitando così fastidi e sofferenze sia per le mamme che per i bambini:
già qualche settimana prima del parto, potete iniziare ad ammorbidire la pelle del seno (soprattutto capezzoli e areola ovviamente) con degli oli naturali emollienti, come l’olio di mandorle ad esempio (che è ottimo anche per massaggiare la pelle del neonato dopo il bagnetto)
prestate particolare attenzione, durante il corso pre-parto, a come attaccare correttamente il bambino al seno: prima vi accorgete che il bambino succhia male, prima potete correggere la posizione e scongiurare il rischio di ragadi
alternate comunque le varie posizioni ad ogni poppata, per evitare che la zona del capezzolo più “bistrattata” sia sempre la stessa
per lo stesso motivo, cercate di non allattare troppo a lungo (al massimo 20 minuti ogni poppata) e fate attenzione quando “staccate” la bocca del bambino dal capezzolo: inserite il vostro mignolo tra il capezzolo e l’angolo della bocca del bambino, vedrete che il piccolo, anche se addormentato, aprirà le labbra automaticamente e voi potrete allontanarlo dal seno senza traumi per il vostro capezzolo
dopo la poppata, lavate bene i capezzoli, con sola acqua evitando i saponi troppo aggressivi che tenderebbero a seccare la pelle e quindi a renderla più soggetta a spaccarsi
se potete, cercate di far asciugare il seno all’aria o utilizzando l’aria calda del phon. Se ciò non fosse possibile, asciugate il seno tamponandolo molto delicatamente con un asciugamano morbido, assolutamente senza sfregare (evitate di usare l’ovatta perché i filamenti potrebbero rimanervi attaccati)
rimettetevi il reggiseno con eventuali coppette assorbilatte solo quando il seno sarà perfettamente asciutto: “imprigionarlo” ancora umido può portare alla macerazione della pelle
Se, nonostante questi accorgimenti, le ragadi dovessero comunque comparire, i rimedi che si possono adottare sono i seguenti:
dopo la poppata, massaggiate il capezzolo e l’areola con un goccia del vostro latte: aiuterà a far cicatrizzare prima le ferite più superficiali
in caso di ferite più profonde, potete applicare degli impacchi con creme emollienti o cicatrizzanti (ricordandovi di detergere bene i capezzoli alla poppata successiva)
per lenire un po’ il dolore, potete allattare usando un copricapezzolo di gomma morbida o d’argento, che proteggerà il capezzolo fino a quando la ferita non si cicatrizzerà del tutto
osservate sempre le regole di detersione del seno descritte sopra
Ricordiamo inoltre che una corretta suzione del bambino (che significa bocca bene aperta, con buona parte dell’areola ben visibile sopra il labbro superiore ma non sotto quello inferiore, labbro inferiore rivolto all’infuori e mento aderente al seno) è non solo importante per prevenire le ragadi, ma fondamentale per garantire il successo dell’allattamento.
Il seno non perfettamente svuotato, infatti, può causare un ingorgo mammario che può addirittura evolvere in mastite, soprattutto in caso di ragadi che possono favorire l’ingresso di germi nell’organismo.