Il recupero funzionale del pavimento pelvico

I muscoli del pavimento pelvico formano una sorta di imbuto che sostiene l’utero, l’intestino e la vescica e partecipano anche nella chiusura di vagina, retto e uretra. Durante la gravidanza, l’aumento di progesterone fa sì che questi muscoli si rilascino: non a caso il 50% delle donne che hanno avuto figli sviluppa un rilassamento del pavimento pelvico che può portare a incontinenza e, nonostante il problema sia noto e ricorrente, poche sono le donne che svolgono una ginnastica riabilitativa mirata.

Durante il cosiddetto secondo periodo post-parto (11-42 giorni dopo il parto) la neomamma può incominciare con la ginnastica riabilitativa, che deve avere come scopo primario il rafforzamento di tessuti e pavimento pelvico. L’attività fisica vera e propria dovrebbe rappresentare ancora un tabù. Il secondo periodo post-parto termina quindi a sei settimane dal parto e di solito si conclude con una visita dal ginecologo.

Bisogna certamente evitare di tonificare gli addominali troppo presto, poiché il pavimento è ancora cedevole e rilassato; prima bisogna far sì che il pavimento pelvico raggiunga un adeguato tono di base. Il puerperio termina in genere 4-8 settimane dopo il parto ed il tono del pavimento pelvico inizia mediamente a riprendersi a partire dal quinto giorno successivo al parto.

Parleremo quindi di un vero e proprio “recupero funzionale” rispetto alle condizioni preesistenti di addome, utero e pavimento pelvico, in seguito all’iperestensione cui sono state sottoposte tali strutture durante il periodo della gravidanza. Il corpo si è notevolmente modificato e manterrà una sensibilità ed un aspetto diversi da prima; proprio per questo motivo, oltre al recupero funzionale, articolare e muscolare, occorre ritrovare una soddisfacente sensibilità corporea, attraverso una vera e propria “rieducazione dei sensi”.