Il rapporto genitori figli, 5 cose da fare e 5 da evitare

La relazione emotiva con i propri figli.

Come viverla assieme e tradurla in occasione di crescita reciproca?

Come possiamo dare un vero aiuto ai nostri figli, parenti amici che vediamo in difficoltà?

Perché, alle volte pare impossibile entrare in relazione e aiutare l’Altro ad attivare un percorso di cambiamento? 

Quali sono le posizioni esistenziali da mettere al servizio e da proporre alle persone che hanno bisogno di un aiuto in un particolare momento della propria vita e costruire assieme una relazione che possa permettere nuovi modi di vivere la realtà, sguardi diversi, dimensioni più costruttive e consone alle esigenze e alle complessità della nostra quotidianità. 

E’ necessario attivare ed entrare nella relazione da tripla AAA. 

Accoglienza, Attenzione e Ascolto dell’Altro e di noi stessi. 

Cambiare, ribaltare, la nostra idea di aiuto e di relazione.

Partire dall’Altro.

Permettere alla persona in difficoltà di togliersi da uno stato di soggezione temporaneo.

Noi siamo esseri relazionali, socievoli e profondamente curiosi.

Abbiamo in noi le tre AAA vanno rimesse in campo reciprocamente.

Ma cosa intendiamo per Accoglienza, Attenzione e Ascolto?

Tre gambe di un tavolo relazionale che cadrebbe se ne mancasse una.

Le 5 cose da fare per una relazione genitore figlio di qualità

  1. Accogliere. Aprirsi, dimenticarsi di sé stessi, permettere alla persona in difficolta di entrare nel nostro mondo per aver la possiblità  di conoscerlo profondamente. 
  2. Dare Attenzione. Sintonizzarsi sull’Altro . Attivare un processo di Comprensione. Mettere ogni risorsa personale al servizio della conoscenza del modo di vivere e tradurre la realtà da parte della persona che vogliamo aiutare. 
  3. Mettersi in Ascolto attivo. Proprio come se dovessimo imparare  un linguaggio nuovo, quello dell’Altro, per aumentare le possibilità di comunicazione e dialogo. 
  4. L’OSSERVAZIONE. Nella riattivazione della qualità più importante che tutti i bambini esprimono naturalmente .
  5. La CURIOSITÀ, rimettendo in discussione ogni riferimento culturale, convinzione, significato, per mettersi in attenzione sul nuovo vocabolario proposto dai propri figli, come dovessimo imparare una lingua straniera.

Le 5 cose da non fare per un rapporto padre/madre figlio/figlia

Per riuscire a far tutto ciò  appare fondamentale avere presenti una serie di cose, atteggiamenti relazionali da NON FARE.

Cosa può impedire un vero aiuto. Cosa non permette di togliere dalla stato di soggezione  la persona che vogliamo aiutare.

  1. Il giudizio
  2. La colpa
  3. Dare consigli
  4. Interpretare 
  5. Indagare
  6. chiedere spiegazioni

Tutto ciò elimina la possibilità di vivere in una relazione basata sull’empatia e la simpatia senza le quali nessun aiuto potrà essere un fattore di cambiamento e miglioramento del rapporto con se stessi e la realtà .

Empatia : capacità di percepire, sentire, ma più che altro immaginare, il vissuto emozionale dell’altro. 

Simpatia : l’attivazione di un dialogo, entrando in una vera e propria reciprocità, scambio dei vissuti per capire profondamente lo stato d’animo, il vissuto per come lo vive l’Altro non più “secondo me” ma secondo “Noi”.

La simpatia diviene così un salto di qualità, in relazione alla possibilità di provocare un cambiamento positivo dello stato emotivo, in relazione alla sintonia realizzata grazie alla relazione da tripla AAA.

Tutto queste cose da fare e non fare possono permettere di tornare a vivere nuovamente la nostra vita attivamente, riprenderne il senso e la direzione nelle nostre mani.

Video: Una relazione serena con tuo figlio