I bebè prematuri crescono con la musica live

Anche se i Beatles avrebbero avuto problemi a riconoscere la loro canzone “Peppy” adatta ad una ninna nanna, sembra che ciò sia accaduto e gli effetti delle note della celebre canzone siano davvero miracolosi su un bimbo nato prematuro.

Tutto è cominciato da un evento occasionale, da un papà che ha intonato una nenia al figlio prematuro durante una sua visita. Da lì alcuni medici hanno notato un effetto straorinario, che mentre il papà cantava, i monitor segnalavano un rallentamento del battito cardiaco e un aumento dell’afflusso di ossigeno al cervello del piccolo. Effetti che sono stati tra i risultati di un nuovo studio sull’uso della musica come terapia sui nati preamturi.

Si tratta di una ricerca condotta dal Beth Israel Medical Center di New York e pubblicata su Pediatrics. L’indagine è stata effettuata in 11 ospedali e su 272 bebè nati prematuri. Nello studio, i musico terapisti aiutavano i genitori a trasformare i loro brani preferiti in ninna nanne. Dai rilevamenti fisiologici, i ricercatori hanno concluso che la musica dal vivo, suonata o cantata, contribuiva a rallentare i battiti cardiaci degli infanti, a calmare la loro respirazione, a migliorare la suzione e tutti i comportamenti importanti legati all’alimentazione, inoltre, le note musicali li aiutavano a trascorre dei sonni tranquilli e a promuovere degli stati di veglia serena.

I medici e i ricercatori si sono dichiarati unanimemente convinti che, riducendo lo stress e stabilizzando i parametri vitali, la musica può permettere ai neonati di dedicare più energie allo sviluppo normale. E mentre gli effetti possono essere sottili, dei piccoli miglioramenti possono essere significativi. Le nascite premature sono aumentate dal 1990, a quasi 500.000 all’anno, uno ogni nove bambini nati in Europa.

Lo studio, pubblicato lunedì sulla rivista Pediatrics, si aggiunge alla crescente ricerca sulla musica e i bambini prematuri. Già sapevamo che la musica ha un effetto calmante e rilassante per i bambini, da sempre infatti le mamme cantano la ninna nanna bambini prima di andare a dormire. Alcuni ospedali trovano la musica più efficace e più sicura, rispetto all’utilizzo di sedativi nei neonati prima del ricorso a procedure come ecografie cardiache e di monitoraggio cerebrale. Alcuni neonatologi concordano nel dire che i bambini che vengono sottoposti a terapia musicale lasciano gli ospedali prima, e che essa riesce a favorire lo sviluppo di una solida relazione familiare.

Ma per quale motivo la musica ottiene tali effetti? Un motivo potrebbe essere che la musica è organizzata, strutturata come un suono, ma anche imprevedibile e non va a stimolare eccessivamente il neonato come farebbero altri rumori. Di fatti, l’utilizzo di macchinari rumorosi, del personale medico, degli allarmi di ventilatori e pompe, del sibilo dell’ossigeno verrebbero in qualche modo contenuti dall’effetto relax delle note musicali intonate dal padre o dalla madre.

Tale studio, durato due anni, è il più grande e il più sistematico atto a valutare scientificamente l’impatto della musica quale arte terapica, separando e analizzando elementi musicali come – ritmo, melodia, timbro – e valutando gli effetti sul battito cardiaco, la respirazione, la suzione, la vigilanza e il sonno. Insomma, un ulteriore passo in avanti verso una più armonica, integrata e una cura meno meccanicistica del neonato.