Cosa sono le convulsioni febbrili e come affrontarle

Avremo forse sentito parlare delle convulsioni febbrili, come delle crisi convulsive scatenate dalla febbre. Nella maggior parte dei casi si manifestano con la perdita della conoscenza e con delle scosse incontrollabili nelle braccia e nelle gambe, in misura minore con la roteazione degli occhi, l’irrigidimento degli arti o con spasmi di un solo braccio o di una sola gamba. Questi sintomi delle convulsioni febbrili possono manifestarsi contemporaneamente o singolarmente, a volte anche in assenza di febbre, ma è probabile che questa si presenti in un momento successivo.

Possono comparire generalmente tra i 6 mesi ed i 5 anni di età, ma il rischio è più forte se si manifestano nel corso del secondo anno. Normalmente le convulsioni febbrili sono episodi che durano meno di 15 minuti e non sono un segnale certo che il bambino soffrirà di epilessia. Ad ogni modo se gli episodi sono prolungati, il rischio di sviluppare disturbi cronici connessi a questa grave malattia è superiore.

Quali sono le cause delle convulsioni febbrili

Generalmente le convulsioni febbrili compaiono per ipertermia, che nei bambini il più delle volte è causata da un’infezione virale, come l’influenza e le malattie esantematiche, più raramente batterica. Una seconda causa comune possono essere le vaccinazioni, in particolare per difterite, tetano, pertosse, morbillo, orecchioni, rosolia, che non sono direttamente responsabili, ma siccome possono causare febbre questa potrebbe portare il bambino ad avere delle convulsioni febbrili.

Come intervenire quando si presentano le convulsioni febbrili

La prima cosa da fare o meglio da non fare è lasciarsi prendere dal panico, è assolutamente normale che vedere un bambino in preda a convulsioni febbrili può provocare in noi una paura incontrollabile, ma cerchiamo di mantenere la calma e per prima cosa procediamo a chiamare un medico o l’ambulanza.

Mentre aspettiamo che arrivino i soccorsi cerchiamo di abbassare la temperatura corporea, è sufficiente spogliare totalmente il bambino ed apporre un fazzoletto bagnato dietro alle ginocchia, sotto le ascelle e sul collo, perché queste zone corporee sono vicine alle arterie principali. Non si devono assolutamente somministrare farmaci ed è altresì sconsigliato immergere il bambino nell’acqua fredda.

La miglior cosa da fare è lasciare che le convulsioni svolgano il loro corso, nella maggior parte dei casi è questione di alcuni minuti e non ci sarà alcun danno permanente a seguito. Non bisogna bloccare i movimenti convulsivi, sarà sufficiente girare il bambino sul fianco e cercare di calmarlo. Ovviamente se le convulsioni febbrili durano più di 15 minuti il medico, che sarà già arrivato se abbiamo chiamato non appena ci siamo accorti dei sintomi, saprà quali farmaci somministrare, quindi non prendiamo iniziative che potrebbero peggiorare la situazione.

Le convulsioni febbrili recidive

Anche se le convulsioni febbrili possono manifestarsi solo una volta durante la prima infanzia, alcuni studi svolti negli Sati Uniti hanno dimostrato che il 5% dei bambini americani ne soffrono e di questi il 40% sono soggetti a convulsioni febbrili recidive. I bambini che presentano il maggior rischio che le convulsioni febbrili si ripresentino, sono quelli che hanno avuto il primo episodio prima del compimento dei 18 mesi di età accompagnato da febbre relativamente bassa o che hanno famigliarità con la malattia.