Come si sono evolute le protesi mammarie nel tempo?

Abbiamo chiesto al chirurgo dott. Luigi Mazzi alcune informazioni sulle protesi mammarie. Come sono cambiate, quali sono in commercio.

Le evoluzioni delle protesi mammarie

La mastoplastica additiva verona, a Milano, Torino o in altre città italiane, resta uno degli interventi di chirurgia plastica sempre più richiesti dalle donne italiane. Consiste nell’inserimento di una protesi di gel di silicone all’altezza dei seni per aumentarne il volume oppure sistemare un’asimmetria fra le due mammelle.

È un intervento assolutamente sicuro che non prevede un postoperatorio troppo traumatico.

Infatti, dopo l’operazione, è necessario passare solo una notte in clinica, al massimo l’intero giorno seguente. L’unica piccola complicanza, potrebbe essere l’applicazione di alcuni drenaggi a seconda del posizionamento della protesi.

Le protesi mammarie dal 1895 ad oggi

Il primo intervento di mastoplastica additiva è stato svolto alla fine del Ottocento, da un chirurgo tedesco di nome Vincent Czerny. Egli, ad una paziente a cui era stato asportato un fibroadenoma nella regione mammaria, ha iniettato un lipoma prelevato dal fianco per correggere un difetto causato dal precedente intervento di asportazione.

In seguito a questo intervento, molti chirurghi hanno tentato di cimentarsi nella stessa tipologia di intervento realizzando delle protesi con materiali diversi: dalla lana all’avorio, passando per il vetro e la paraffina. Ovviamente i risultati non sono stati quelli sperati ma hanno provocato rigetti e soprattutto delle necrosi che hanno condizionato la vita delle pazienti.

Dopo il fallimento delle protesi realizzate con vari materiali, si è deciso di sperimentare delle sostanze iniettabili come cera, gelatina di petrolio che hanno avuto i medesimi risultati dei tentativi precedenti oltre a calcificazioni, ulcerazioni e soprattutto spostamento del liquido iniettato, causando delle gravi infezioni.

L’invenzione delle protesi mammarie moderne

La rivoluzione copernicana delle protesi mammarie si è verificata nel 1963, Frank Gerow ha avuto la geniale intuizione di realizzare delle protesi che conosciamo oggi. Esse infatti hanno una membrana fatta di silicone e al loro interno contengono gel di silicone.

Queste componenti permettono di ottenere il risultato quanto più naturale possibile, sia alla vista che al tatto e soprattutto, sono molto sicure.

In effetti, qualora si dovesse verificare una rottura della membrana, le sostanze contenute non fuoriuscirebbero consentendo alla donna di non avere ulteriori problemi.

Le protesi realzzate in silicone hanno il vantaggio di una lunga durata anche a distanza sia in termini di estetica, che in termini di complicanze rispetto ad altre realizzato con soluzione fisiologica. Proprio quest’ultimi, non consentono di ottenere un risultato naturale poiché anche al tatto si può sentire lo spostamento del liquido contenuto nelle protesi.

Le protesi Allergan e Polytech

Queste protesi sono realizzate con gel testurizzato brevettato e rappresentano l’ultima frontiera della chirurgia plastica mammaria.

Permettono un effetto barriera testato ed in più garantiscono una distribuzione ottimale del contenuto per renderla naturale al tocco di mano.

Grazie alle protesi Allergan® e Polytech®, il chirurgo plastico può avere un largo margine di scelta per quanto riguarda forma, volume e proiezione.

Eventuali complicanze e decorso post-operatorio

Per quanto riguarda gli interventi di mastoplastica additiva, non si registrano complicanze differenti rispetto a qualsiasi altra tipologia di intervento. Le complicanze specifiche che si possono registrare, possono riguardare la dislocazione o la rotazione della protesi applicata, ma restano pochi casi a rappresentare questa eccezione.

Anche per quanto riguarda gli esami inerenti alla regione mammaria, non si presenti problemi evidenti. L’unica possibilità è che il medico possa decidere di integrare una risonanza magnetica per avere un quadro completo.

Possiamo dunque affermare, che ai fini della prevenzione e quindi, degli esami di routine, la nuova generazione di protesi non rappresenta un ostacolo.

Per il post-operatorio

Per quanto riguarda il decorso post-operatorio, bisogna avere dei piccoli accorgimenti per essere sicuri di ottenere il risultato prefissato durante la prima visita. Uno di questi accorgimenti è quello di utilizzare un reggiseno modello “sport” assieme ad una fascia elastica apposita per consentire la giusta posizione nell’immediato post-operatorio.

A seconda del tipo di intervento, della collocazione della protesi e di altre esigenze del chirurgo, possono essere applicati dei drenaggi che vanno eliminati il giorno seguente.

I punti di sutura, possono essere tolti in un periodo compreso fra i 7 ed i 14 giorni ma il gonfiore della zona interessata, potrebbe persistere per alcune settimane.

Dott. Luigi Mazzi

Ha dedicato gli ultimi 25 anni alla Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, specializzandosi poi anche in Medicina Estetica alla Scuola Internazionale di Medicina Estetica a Roma. Tiene numerosi corsi di formazione nazionali e internazionali in Chirurgia e Medicina Estetica che riguardano le terapie cosmetiche e ricostruttive del viso e del corpo. https://luigimazzi.it