Blog per mamme, un racconto emozionante

Qualche giorno fa, su un blog mamme che ho trovato in rete, ho letto un racconto bellissimo, scritto da una mamma in attesa: “Eri solo una sensazione di speranza. Eri solo un accenno di mal di testa, un bisogno di crackers salati di prima mattina. Eri due lineette su uno stick appoggiato al lavandino del bagno. Eri un ritardo d’attesa.
Chiudo gli occhi. Attendo. Silenzio. Ti sento! Corri veloce nel respiro trattenuto. Sei tu. E sei vivo.
Apro gli occhi. Una macchiolina minuscola che pulsa su un monitor. Sei apparso con la tua presenza reale e diventi speranza concreta. Sei tu. Mi viene da piangere, seguendo il tuo battito impazzito.
Sei solo 6 millimetri. E mi travolgi così? Chissà quando misurerai un centimetro… Aspetterò e conterò i minuti e le ore, i giorni e le notti. Ti proteggerò con la mia pazienza.

Ora permettimi di ascoltare il tuo cuore che mi dice che ci sei, che sei in me. Permettimi di sognarti, di pensarti, di attenderti. Permettimi di amarti, non più pensiero, ma pienezza di vita. Sei tu.
Sento la mano del tuo papà che stringe la mia. Mi volto e lo vedo commosso. Fai già piangere papà, piccolino? Gli sorrido mentre guarda affascinato la meraviglia che sei tu.

La dottoressa si alza, la sedia stride contro il pavimento (da quando ci sei tu, sono molto più attenta ai rumori e agli odori… la dottoressa profuma di cannella, mi ricorda il Natale), “vi lascio un momento da soli mentre finisco di compilare la cartella”. No! Non sfilare la sonda! Voglio sentirti ancora un po’… Va bene così, sei qui con me sempre. È stato bello però sentire la tua “voce”: il tuo cuore per me è il canto più bello.
Il tuo papà appoggia delicato la sua mano sulla mia pancia, sento il calore che si diffonde, nonostante la maglietta. Lo senti, il papà? È da quando ti ho sentito che lo chiamo così e non più per nome. Quindi io sono la mamma… guarda cosa ci fa l’amore per te: ci trasforma visceralmente. Perché alla fine è così: trasformerò le mie viscere per accoglierti sempre più, trasformerò la mia anima per amarti sempre più.
Lascio che sia il papà ad ascoltare gli appuntamenti, le indicazioni, i consigli della dottoressa. Rimango seduta, la mano appoggiata su di te, di certo con un sorriso ebete sulla faccia, ma non importa. Voglio conservare la melodia del tuo primo battito per noi.
Mamma e Papà ti attendono, piccolino”.

È la prima visita e l’attesa è palpabile. Tutte desideriamo sdraiarci su quel lettino scomodo, attendere il freddo del gel e della sonda e ascoltare.
Il ginecologo, per prima cosa, rileva il battito cardiaco embrionale, così da confermare la gravidanza vitale in corso. Poi individua il numero di embrioni (eh sì, non è detto che sia solo uno). Dopodiché calcola la lunghezza dell’embrione per una datazione più precisa (infatti questa prima ecografia viene anche chiamata “di datazione”). Può anche visualizzare un accenno di anatomia fetale, se l’ecografia viene effettuata dopo l’undicesima settimana.

Ma è fuori discussione che ascoltare il battito cardiaco dell’embrione sia una delle esperienze più commuoventi e intense.
Il cuore è un organo che si sviluppa molto precocemente, già a partire dalla terza settimana di gestazione. A partire dal ventiduesimo giorno, il sangue inizia a circolare e il cuore a pulsare. Queste contrazioni iniziali sono molto irregolari. È a partire dalla quarta settimana (come potete notare stiamo parlando di uno sviluppo molto rapido, nel giro di pochi giorni i cambiamenti sono evidenti e importanti) che le contrazioni del cuore diventano coordinate e permettono al sangue di scorrere in un’unica direzione.
Sentiamo prestissimo il battito del cuore di un bambino. Comincia a pulsare, infatti, già verso il 25° giorno di vita ed è visualizzabile fin dalla 6° settimana di gravidanza con l’ecografia transvaginale, quando la dimensione dell’embrione si avvicina ai 5 mm. Inizialmente la frequenza del battito è circa 80-90 battiti per minuto, per poi aumentare fino a 120-160 battiti per minuto. Per intenderci, la frequenza media del battito cardiaco di un adulto è tra i 60 e i 90 battiti per minuti. Va veloce il ragazzino! Non spaventatevi perciò se sentite un ritmo così veloce, è fisiologico che sia così. Un battito fetale inferiore o maggiore è segno di un malessere fetale. Poiché la frequenza cardiaca è un dato evidente nell’indicare la presenza di problematiche, anche durante il parto il battito verrà monitorato al fine di controllare il decorso del travaglio. La registrazione del battito cardiaco fetale perciò è il principale strumento per valutare il benessere fetale.

Ascoltare il battito del cuore del proprio bambino, che cresce a velocità sorprendente dentro di sé, è un’esperienza unica!
Una volta uscite dall’ambulatorio, prendetevi un attimo per assaporare fino in fondo questo momento. Sedetevi in sala d’attesa, su una panchina nel parco vicino o al tavolino di un bar. Ripensatevi, voi e il vostro piccolino. Troverete in quel battito antico e vitale la forza per affrontare le difficoltà.

Non pensate a quello che dovete fare, al lavoro, alla spesa, alle lenzuola da stirare. Gustatevi il silenzio, immaginando di accompagnare il vostro battito del cuore a quello del vostro bambino, creando insieme una danza di melodia.

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