Adesso anche le donne fanno pipì in piedi

In questi giorni sta impazzendo la polemica per il nuovo prodotto GoGirl, l’imbuto in silicone che permette alle donne di fare pipì in piedi.

Di che cosa si tratta?

GoGirl è un imbuto in silicone.  Viene appoggiato esternamente alle parti intime femminili, proprio come se fosse un imbuto e  permette alle donne di poter fare pipì senza sedersi sul wc.

L’idea nasce soprattutto per le donne che passano molto tempo fuori casa e sono quindi costrette ad utilizzare spesso i bagni pubblici.

Essendo in silicone può essere lavato, sterilizzato e riutilizzato all’occorrenza. Dal punto di vista ecologico è sicuramente un vantaggio rispetto ad altri prodotti monouso.

In realtà non si tratta di una novità assoluta, sono molti anni che sul mercato si vendono prodotti simili usa e getta da utilizzare all’occorrenza, ma nessuno di questi ha avuto un gran successo commerciale, lo potete acquistare anche su Amazon: https://amzn.to/2Ob0Mtg

La reale utilità di questo prodotto è già motivo di polemica.

A noi donne piace fare pipì in piedi?

Noi donne facciamo pipì da sempre nei bagni pubblici, ingegnandoci alla maglio per evitare il contatto con la tazza del water.

Usiamo dei copri water di carta, salviette umidificate igienizzanti, disponiamo chilometri di carta igienica sopra il sedile.

Siamo diventate delle perfette equilibriste della pipì: per arrivare ad accucciarci al punto giusto per evitare il contatto con l’infame cerchio del water, ma allo stesso tempo per evitare di sporcarci e centrare l’obbiettivo. Il più delle volte riusciamo a fare questo miracolo di equilibrismo sui tacchi e con estrema disinvoltura.

Siamo diventate tanto brave in questo, grazie a centinaia e centinai di anni di pratica, in barba a tutti gli uomini, ma anche ad alcune donne, che lasciano i bagni pubblici in condizioni tali per cui non esistono vaccinazioni adeguate ad impedire la proliferazione di microbi e batteri pestilenziali.

Ormai si tratta di un insegnamento che si tramanda di madre in figlia da anni e anni, perdendosi nei meandri del tempo.

Noi tutte trasmettiamo questo importantissimo insegnamento alle nostre figlie!

La prima cosa che una mamma insegna ad una figlia entrando in un bagno pubblico è: “Non toccare niente e non sederti!”

Ho visto, e sono stata personalmente, una mamma equilibrista, che ha cercato di insegnare alla propria creatura poco più alta del wc stesso la posizione adeguata da assumere.

Indubbiamente questo attrezzo in silicone potrebbe venirci in aiuto in alcune occasioni, ma davvero siamo in grado di sentirci altrettanto a nostro agio introducendo tra le gambe questo imbuto di silicone e emettendo il nostro flusso urinario in posizione eretta?

Siamo pronte per ritrovarci nei bagni pubblici esattamente come gli uomini, tutte in fila contro il muro?

In questi giorni sta infatti incalzando la polemica a riguardo di questo prodotto, della sua reale necessità e di quello che rappresenta.

Si sta infatti lamentando un abuso di “lotta all’emancipazione femminile”, si arriva persino a parlare di “invidia del pene”.

Le femministe incallite ne hanno fatto una bandiera, indicandolo come un traguardo verso la parità tra uomini e donne. 

Mi permetto di essere un po’ perplessa a riguardo.

Non voglio entrare nel merito dell’utilizzo, della sua funzionalità e dell’igiene; tutto questo sarà ogni singola donna a valutarlo e a decidere di utilizzarlo o meno.

Per quanto riguarda invece la lotta per la parità di diritti mi permetto una critica: davvero noi donne abbiamo bisogno di urinare in piedi come gli uomini per sentirci pari a loro?

Davvero la diversità fisica che da sempre distingue i due sessi è motivo di disagio?

Mi spiace, ma penso che donne e uomini che pensano questo non dovrebbero rappresentarmi.

Penso che la nostra diversità fisica sia un valore, come lo sia anche la nostra differente sensibilità e il nostro differente modo di percepire il mondo.

Mi piacerebbe che non venissero confusi il diritto allo stesso trattamento economico sul lavoro, agli stessi diritti legali e quant’altro con il fatto di fare pipì in piedi.

Penso che dovremmo riflettere sul fatto che in Italia non ci sia mai stato un Presidente della Repubblica donna, e tanto meno un Presidente del consiglio. Che le donne che hanno cariche prestigiose e di alta responsabilità nel nostro Paese si possono contare sulle dita di una mano. Che a parità di qualifica molto spesso i datori di lavoro preferiscano promuovere un uomo.

Tutto questo non credo che dipenda dalla posizione anatomica che assumiamo nel momento in cui esplichiamo le nostre funzioni corporali.

Ad ogni modo, polemiche sul femminismo o meno e tornando all’attrezzo in silicone in se’ abbiamo chiesto a due mamme che hanno avuto l’esperienza di provare il GoGirl, ed ecco i loro commenti:

Sabina: “Faccio la rappresentante di commercio e molto spesso devo fermarmi nei bagni pubblici. Uso il cono per la minzione femminile solo quando è necessario e mi trovo benissimo. E’ comodo e d evito di entrare il contatto con germi e batteri. L’unica pecca è la pulizia. Prima di riporlo bisogna lavarlo e non sempre è possibile”.

Laura: “Ho provato ad usare il cono per fare pipì, ma mi sono sentita estremamente a disagio. Sia per la posizione, che considero assolutamente innaturale, che per il fatto di tenere in mano questo aggeggio. Mi spiace, ma tornerò al vecchi sistema, o al massimo userò dei copri water in carta”.

I pareri quindi sembrano discordanti proprio come sospettavamo.

per concludere, se sentite l’esigenza di utilizarlo cercate di viverla serenamente, e di vederne solo le potenzialità reali, senza focalizzarvi su femminismo, invidia per l’altro sesso e quant’altro… e naturalmente fateci sapere che cosa ne pensate!