A Napoli effettuata un’importante scoperta per la lotta ai tumori dei bambini
Arriva da Napoli lo studio, finanziato dall’associazione Open onlus, che ha originato un’importante scoperta per la lotta al neuroblastoma, uno dei principali tumori che colpiscono i bambini in età prescolare. Un’equipe di studiosi internazionali ha individuato nel gene LM01 una delle cause della malattia che ogni anno in Italia colpisce decine di bambini con meno di sedici anni di età.
L’Istituto di ricerca Ceinge – Biotecnologie avanzate di Napoli è tra gli enti che hanno preso parte alla ricerca internazionale diretta dal professor John Maris del Children Hospital of Philadelphia. Il professor Achille Iolascon, ordinario alla Università Federico II e il dottor Mario Capasso, biologo ricercatore hanno partecipato allo studio finanziato dall’associazione Open, una onlus fondata da genitori, medici e ricercatori impegnati nella lotta contro l’oncologia pediatrica.
La ricerca, pubblicata su “Nature”, la prestigiosa rivista scientifica inglese, ha preso in esame il dna di 2.251 pazienti con neuroblastoma e 6.097 persone sane, per un totale di 550.000 varianti genetiche esaminate. Tra queste era presente anche la popolazione italiana con la casistica di pazienti presente nei laboratori del Ceinge di Napoli.
Ebbene, il lavoro svolto dall’equipe medica ha evidenziato l’associazione tra il neuroblastoma ed il gene LMO1, le cui alterazioni genetiche lo rendono uno degli oncogeni responsabili dell’insorgenza del neuroblastoma con una predilezione a sviluppare le forme più aggressive della malattia.
Conoscere il gene che, quando è alterato, scatena l’insorgenza del neuroblastoma è fondamentale, dal momento che, adesso, la comunità scientifica ha un target su cui lavorare per sviluppare nuovi test molecolari e diagnosticare la predisposizione a contrarre il tumore. Inoltre, nuovi studi e ricerche dovranno essere effettuati per sfruttare la scoperta e per sviluppare nuove terapie mirate a spegnere l’attività di questo gene, mediante l’uso di specifici inibitori farmacologici.
Questo evidenzia l’importanza di collaborare nell’ambito della ricerca; infatti, solo unendo le forze di più gruppi si riescono ad ottenere risultati importanti in un lasso di tempo relativamente breve. Inoltre, questo studio ha fatto uso di una strumentazione di ultima generazione, le così dette tecnologie “High-throughput”, che permettono di condurre velocemente milioni di test genetici. Queste tecnologie stanno dando una forte accelerata alla scoperta dei meccanismi genetici che sono alla base dell’insorgenza della malattia, ma i costi per condurre questo tipo di ricerca sono ancora troppo elevati e, come si sa, le risorse finanziare sono scarse.
La strada da fare è ancora lunga e molti altri fattori genetici devono essere ancora scoperti. La ricerca scientifica è la principale risorsa di cui si dispone per migliorare capacità di diagnosi, efficacia e appropriatezza delle terapie, per la cura e il conseguimento di una guarigione definitiva.
Non ci rimane che confidare nella corretta distribuzione delle risorse economiche affinché l’eccellenza italiana possa emergere anche in un campo così complesso come quello della ricerca medico-scientifica.