Care mamme,
lo scorso giovedì mattina i lavoratori della ditta Ma-Vib di Inzago, appartenenti al sindacato Fiom, hanno organizzato uno sciopero in difesa delle colleghe recentemente licenziate dall’azienda.
La ditta produttrice di motori elettrici per impianti di condizionamento, infatti, negli ultimi tempi si è trovata a dover fare i conti con un calo nella produzione, che ha portato ad inevitabili tagli del personale. Questi tagli però, secondo il sindacato, hanno riguardato esclusivamente le operaie donne. Dei 30 dipendenti, 12 uomini e 18 donne, infatti, solo le donne sono state, inizialmente messe in cassa integrazione per brevi periodi (senza accordo sindacale), e poi, 13 di loro, licenziate.
La motivazione dichiarata dall’azienda nella sede Api (Associazione piccole medie imprese), come riporta la Fiom, che sta seguendo la vertenza, è la seguente: “Licenziamo le donne così possono stare a casa curare i bambini e poi, comunque, quello che portano a casa è il secondo stipendio”. Per il sindacato, dunque, “al no ai licenziamenti si aggiunge l’indignazione per il becero, offensivo e discriminatorio atteggiamento dell’azienda”.
“I licenziamenti ai danni delle lavoratrici della Ma-Vib rappresentano una pericolosa deriva sessista, che non può e non deve trovare spazio nel mondo del lavoro” – commenta il consigliere regionale Giulio Cavalli – “Le motivazioni addotte alla base dell’interruzione del rapporto lavorativo non sono disattenzioni, ma scelte consapevoli che relegano le donne al ruolo di massaie e casalinghe che, per hobby, decidono di lavorare. Questo atteggiamento non è solo un insulto di stampo medioevale, ma anche un preoccupante segnale di discriminazione sociale. La Ma-Vib ha consapevolmente calpestato la dignità di tutte le lavoratrici e si è posta in netto contrasto con i principi della nostra Carta Costituzionale. Mi auguro – conclude il consigliere regionale – che ci sia quanto prima un ravvedimento da parte dell’azienda e che i suoi dirigenti escano dalle primitive categorie sociali ottocentesche”.
Dagli ultimi aggiornamenti, comunque, sembra che i lavoratori uomini all’ultimo momento abbiano deciso di rompere la solidarietà con le colleghe e di entrare regolarmente in fabbrica a lavorare.
Beh, che dire, un altro episodio che ben racconta la situazione delle donne, e mamme, lavoratrici in Italia. E voi come commentate l’accaduto?
3 Comments
Giovanna
Io sono una di quelle mamme, casalinghe, che sta a casa a curare i figli.
Non mi piace il modo in cui NOI donne di casa veniamo considerate…non solo dalla società ma anche dalle donne LAVORATRICI.
Si continua a perpretrare oggi più che mai l'idea che chi sta a casa non dia valore aggiunto, il nostro LAVORO, viene poco considerato e ritenuto poco gratificante e significativo da tante donne, forse proprio perchè sanno che la nostra società è maschilista.
Giovanna
Fare la CASALINGA non è un LAVORO DISDICEVOLE! semplicemente non è riconosciuto come tale, ma richiede sacrificio e impegno costante.
Molte donne ormai decidono di lasciare la cura dei figli a terzi, per lo più per costrizione visto che non esistono in Italia leggi che tutelino la donna con figli, perchè secondo me la donna deve avere il diritto di occuparsi dei suoi figli e non di rinunciarvi per via del lavoro!
Che la donna si debba sentire in dovere di rinunciare alla sua natura per essere "Uomo" questo proprio non mi piace, è questa la cosa sbagliata.
La ditta ha sbagliato a lincenziare "solo" le donne, ma ha colto un pretesto "vero" per poter avere una motivazione apparentemente valida per il licenziamento, perchè se fossero stati i colleghi maschi ad essere licenziati era meglio?? Non importa quali che siano le motivazioni il licenziamento è una stroncatura per chiunque, indipendentemente dal sesso e molti uomini in altrettanti ditte sono stati licenziati.
allora indignamoci anche quando il signore di 50 anni viene licenziato! Lui no, è giusto deve fare spazio ai giovani…ah allora è la discriminazione giovani – vecchi che in questo caso va bene.
Mah…
laura
Che schifo tutto questo…siamo proprio in italia mi chiedo cosa debba ancora succedere prima che cambi qualcosa…vi porto la mia esperienza…al rientro dalla maternità, dopo nove anni di lavoro, mi hanno tolto lavoro e scrivania e mi hanno messo in un angolo a guardare il soffitto….sto sopportando questa umiliazione da sei mesi…