Ragazzini “affetti” da ikikomori

Fino a che i figli sono piccoli, i genitori riescono a controllare l’utilizzo che i bambini fanno degli strumenti tecnologici. Quando diventano più grandicelli è invece una vera lotta quella che si deve  affrontare per impedire che i ragazzini stiano sempre incollati al computer, cellulari o tablet.
Per molti adolescenti il mondo virtuale ha preso il posto del mondo reale, passano la maggior parte del tempo libero a chattare al computer o a mandare sms perdendo il senso della realtà e della relazione umana  vera.
In Giappone li chiamano ikikomori, un termine che vuol dire recluso , perché appunto, questi ragazzi vivono chiusi nella propria stanza tra social network e videogiochi. In Giappone sono già 700 mila i giovani colpiti, in Italia si contano, per ora, solo centinaia di giovani affetti da questa dipendenza.

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