Protesi al seno: sono sicure?

Ultimamente sui tutti i telegiornali si sente parlare delle protesi mammarie francesi PIP e sulla sua pericolosità perché facilmente perforabili. Ma cosa sono le protesi al seno e quanto sono sicure?

Le protesi mammarie vengono utilizzate nell’ambito della chirurgia estetica principalmente per due motivi:

  • Aumento delle dimensioni: mastoplastica additiva.
  • Correzione o rimodellamento del seno: mastopessi ecc.

La prima protesi al seno fu inventata nel 1865 in Germania anche se le protesi al seno in silicone come le conosciamo noi sono del 1961 quando i due chirurghi americani Frank Gerow e Thomas Cronin svilupparono la progettazione delle protesi al senno. Solo un anno dopo fu eseguito il primo impianto di protesi al seno in gel di silicone su una paziente. Con il passare degli anni le protesi divennero sempre più sicure per arrivare fino a quelle della ultima generazione.

Le protesi al seno sono divise in quattro gruppi in base alla loro costituzione:

  • Con soluzione salina; hanno una membrana  (involucro) di silicone riempito con una soluzione salina sterile.
  • Con gel di silicone; hanno un membrana di silicone riempito con un gel di silicone. Hanno una consistenza più o meno morbida. Le protesi in Gel di Silicone sono le più utilizzate, nei 90% circa degli interventi.
  • Protesi a laccio; questo tipo di protesi è meno comune. Il materiale utilizzato per queste protesi è il polipropilene. Le protesi a laccio consentono al seno di continuare a crescere dopo l’intervento e per questo vengono preferite dalle donne che vogliono avere il seno della massima grandezza possibile.
  • Protesi a base di tessuto; un nuovo tipo di protesi, al momento in fase di sviluppo. Vengono prelevate le cellule dallo stesso paziente e poi vengono combinate con un particolare materiale, così da produrre una protesi a base di tessuto. Il vantaggio di questo metodo è che non c’è alcun rischio di perdita o di rottura e la dimensione può rimanere stabile per tutta la vita del paziente, cosa non possibile con le protesi al silicone o con soluzione salina che si riducono nel tempo.

Le protesi al seno oltre ai vari materiali hanno anche forme diverse:

  • Rotonde, protesi che hanno solo un avanti e un dietro e non hanno un profilo alto e un basso, ma sono autoadattanti e quindi in posizione eretta si ha la parte inferiore della protesi che si gonfia e la parte superiore che si sgonfia, questo perché c’è uno movimento del materiale contenuto all’interno della protesi.
  • Anatomiche, protesi che oltre ad avere un avanti e dietro, hanno anche un sopra e un sotto, dato che sono già preformate. Queste protesi sono più complicate da gestire e posizionare ma hanno un effetto più naturale.

La modalità di inserire la protesi al seno può variare sia in base alle costituzione della protesi stessa che dalle caratteristiche del paziente. Abbiamo l’inserzione:

  • Periareolare; la protesi va inserita utilizzando l’areola come via d’accesso. La cicatrice in questo caso può essere camuffata molto bene, vista la diversa pigmentazione dell’areola rispetto alla cute. Questa operazione è possibile per le protesi al silicone e saline.
  • Sottomammellare; la protesi viene inserita utilizzando come via d’accesso l’intera zona sotto la mammella stessa. Viene utilizzata in genere per protesi di una certa grandezza. Questo intervento lascia una cicatrice piuttosto evidente ed è per questo che viene utilizzato quando non è possibile usare altre vie d’accesso. Può essere usata sia per protesi saline che al silicone.
  • Ascellare; la protesi viene inserita usando come via d’accesso l’ascella. Per questo tipo d’intervento si utilizzano le protesi di tipo salino dato che bisogna arrivare alla mammella dal cavo ascellare staccando la cute e passando sotto ad essa. L’inserzione di una protesi al silicone sformerebbe eccessivamente la pelle mentre invece con l’inserzione di una protesi salina non si va incontro a questi problemi. Pazienti troppo magri non possono eseguire questo intervento per il rischio di danneggiare la cute o nervi sottocutanei. La cicatrice non è troppo evidente poiché per l’inserzione della protesi salina basta una piccola incisione.
  • Ombelicale, la protesi viene inserita usando come via d’accesso l’ombelico. Questa via è ottima per l’assenza di cicatrici (essendo l’ombelico stesso una cicatrice) ma non può essere effettuata in tutti i casi ma solo per . le protesi saline.

L’ultima classificazione che possiamo fare è in base alla posizione della protesi, cioè delle sede dove viene inserita:

  • Sotto pettorale; in questo caso la protesi viene inserita sotto il muscolo grande pettorale, che da sostegno alla mammella stessa permettendo inoltre di lasciare al seno una parvenza più naturale.
  • Sotto ghiandolare; la protesi viene inserita sotto la ghiandola mammaria, in diretto contatto con la cute con effetto meno naturale.