Mobbing in gravidanza: in Giappone il lavoro è persecuzione

Care mamme,

Quella che sto per raccontarvi è una storia che accomuna molte donne giapponesi; la storia ha un nome, Matahara, che sta diventando sempre più comune e diffuso. Matahara è l’abbreviazione di due parole inglesi: maternity harassment, una delle forme più comuni di persecuzione delle donne in Giappone.

In Italia potremmo facilmente associarla al concetto di mobbing in gravidanza.

Matahara Net, però, è anche il nome di un’associazione giapponese che ha come obiettivo quello di informare e offrire una tutela legale a tutte le donne giapponesi che desiderano mantenere il posto di lavoro durante e dopo la gravidanza.

Vittime di mobbing in gravidanza

La sua fondatrice è Sayaka Osakabe, una donna di 37 anni che ha alle spalle ben 2 aborti causati proprio dal mobbing in gravidanza. La sua storia, purtroppo, accomuna moltissime donne giapponesi che, desiderose di mantenere il posto di lavoro dopo aver partorito, si sono inevitabilmente trovate davanti a una scelta contro natura: o la famiglia o la carriera.

Sayaka Osakabe è stata una delle moltissime vittime del maternity harassement nonostante il fatto che le donne in gravidanza siano comunque tutelate dalle leggi giapponesi. Viene loro riconosciuto, infatti, il diritto di ridurre il carico lavorativo durante la gravidanza e di chiedere un permesso dopo la nascita del bambino per riprendersi dal parto e seguirlo nelle primissime fasi della sua vita.

Nonostante ciò, però, poche donne giapponesi hanno avuto la possibilità di far valere il loro diritto di diventare madri e continuare a mantenere il posto di lavoro. Il motivo? Principalmente la paura stessa di perdere il posto di lavoro, accompagnata alla scarsa sensibilità dei colleghi uomini e a imprenditori senza scrupoli che evidentemente non hanno a cuore i loro dipendenti.

La prima vittoria

Grazie a Matahara Net la situazione sembra essere già in via di cambiamento: è notizia di pochi giorni fa, infatti, la vittoria di una causa mossa da una fisioterapista giapponese rimossa ingiustamente dal suo ruolo al rientro dal periodo di congedo per maternità.

Speriamo che le parole mobbing in gravidanza possano diventare per tutte soltanto un brutto ricordo.

(foto: pixabay.com)