Le “fontanelle” dei neonati

Perché quando un bimbo nasce le fontanelle sono ancora aperte?

Lo sviluppo della scatola cranica infatti si completa solo dopo la nascita, durante il primo anno di vita del bambino. Nel cranio, le ossa sono separate da una linea chiamata sutura; nel punto in cui si incontrano due o più suture si crea uno spazio, chiamato fontanella. Il termine fontanelle si riferisce alle membrane che rivestono le zone in cui le ossa del cranio del neonato non si sono ancora saldate. Sono costituite da tessuto fibroso, resistente ed elastico e con il tempo, si ossificano tramite un processo di calcificazione. Le fontanelle sono sei, ma le due laterali anteriori e le due posteriori risultano già chiuse alla nascita, quindi ne rimangono aperte solo 2:

La bregmatica, ovvero quella anteriore dalla forma romboidale collocata appena sopra la fronte e le cui dimensioni sono comprese tra i 2×2 e i 4×3 cm;

La lambdoidea, quella posteriore, a forma della lettera greca lambda, posizionata in corrispondenza della nuca con un diametro di 0,5-0,8 cm.

A che cosa servono?

La funzione svolta dalle fontanelle cambia in base alle fasi della vita del bambino; durante il travaglio rendono più elastica la testa del piccolo per adattarla alle compressioni che subisce con il parto.

Nel corso della crescita permettono al cranio di adeguarsi allo sviluppo del cervello, molto veloce nel primo anno e mezzo di vita.

Hanno tempi di chiusura diversi il processo di ossificazione delle fontanelle si completa in base ai ritmi di crescita individuali ma almeno indicativamente, quella posteriore tende a chiudersi entro i primi tre mesi di vita, mentre per quella anteriore bisogna attendere fino ai 18 – 20 mesi. In realtà può anche succedere che la fontanella lambdoidea risulti già del tutto calcificata alla nascita proprio come quelle laterali. In questo caso durante la dimissione dall’ospedale sulla cartella del bambino verrà segnalato “obliterato” che significa che le fontanelle sono saldate.