Inquinamento e salute: ogni anno 30.000 attacchi d’asma tra i ragazzi

Care mamme,

dal 7 al 10 aprile si è tenuta a Scanno (AQ) la XII edizione degli “Incontri Pneumologici”, il congresso riservato a pneumologi ed esperti della tutela ambientale. Ciò che è emerso da queste giornate di incontro e confronto non è, purtroppo, incoraggiante: stando a quanto dichiarato da Mauro Mocci dell’Associazione Medici dell’Ambiente, infatti, anche se la popolazione fuma decisamente meno, sembra che le patologie polmonari come la BPCO (broncopneumatia cronica ostruttiva) e l’asma non accennino a diminuire. L’esperto continua spiegando che numerosi studi internazionali hanno dimostrato che con l’alzarsi del livello d’inquinamento, aumentano anche le malattie polmonari e non, come infarti e ictus. Sono inoltre aumentati i casi di tumore ai polmoni in seguito ad una esposizione cronica agli inquinanti atmosferici provenienti da diverse sorgenti, in primo luogo veicoli, industrie, centrali elettriche, inceneritori e cementifici.

Inoltre, un’indagine svolta nelle 8 maggiori città italiane ha mostrato come l’inquinamento dell’aria sia responsabile di ben 30.000 attacchi d’asma nei ragazzi con meno di 15 anni e, come se non bastasse, anche di un maggior numero di casi di polmonite. Mocci sostiene infatti che il numero di bambini ricoverati per polmonite nell’area metropolitana di Roma, cresce quando si innalzano i livelli di inquinamento atmosferico.

Secondo lo studio Misa2 (Metanalisi italiana degli studi sugli effetti a breve termine dell’inquinamento atmosferico) dal 1996 al 2002 si sono verificati più di 3000 decessi per cause imputabili allo smog, siano esse polveri, fumo, microgocce di sostanze liquide in sospensione nell’atmosfera sotto forma di particelle microscopiche (Pm10), diossido di azoto e monossido di carbonio. Anche un ulteriore studio, l’EpiAir (Inquinamento Atmosferico e Salute) del Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie, ha evidenziato che, nel lungo periodo, concentrazioni medie di particelle fini (Pm10 e Pm2,5) portano ad un aumento della mortalità e al declino delle funzioni polmonari. Insomma, l’inquinamento distrugge il nostro apparato respiratorio.

Mocci aggiunge infine che “l’aria che respiriamo, i cibi che mangiamo, l’acqua che beviamo, possono essere contaminati da sostanze inquinanti provenienti da varie fonti. A fronte della diminuzione che si è registrata negli ultimi decenni delle concentrazioni di alcuni inquinanti antropici come il monossido di carbonio, il biossido di zolfo, il benzene e il piombo, permangono invece elevati i livelli di ossido di azoto, ozono, diossine, metalli pesanti, prodotti chimici persistenti e polveri fini ed ultrafini”.

Dunque, secondo l’esperto, i passi da fare per ridurre i livelli di inquinamento debbono necessariamente andare nella direzione di ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili (petrolio, gas, carbone) e dei suoi derivati (incenerimento di plastiche), sviluppare maggiormente le energie rinnovabili (fotovoltaico, eolico, termodinamico, idrico, idrogeno) e aumentare i mezzi di trasporto meno inquinanti, come metropolitane, tram, auto e bus elettrici, alimentati con energie rinnovabili.