La gravidanza è un periodo della vita della donna molto particolare e delicato. Quando procede in maniera “normale”, e non si presentano disturbi di salute, si dice “fisiologica”. Purtroppo non sempre è così, e talvolta la futura mamma per preservare la sua salute e quella del feto, deve modificare le proprie abitudini, avendo più premura e attenzione, e, in alcuni casi, deve smettere di lavorare prima della data prevista per l’astensione di maternità. In questo articolo troverete le informazioni sulla gravidanza a rischio e lavoro, i diritti a tutela della madre lavoratrice, la documentazione da presentare.
Quando la gravidanza è a rischio?
La gravidanza si dice a rischio quando:
- subentrano patologie pericolose per la salute della donna e per l’incolumità del feto, come ad esempio diabete gestazionale, gestosi, malattie infettive (toxoplasmosi);
- quando esistono dei presupposti che mettono a repentaglio l’esito positivo della gravidanza, come ad esempio minaccia d’aborto, distacco della placenta, minaccia di parto prematuro;
- quando l’età materna è inferiore ai 17 anni o maggiore dei 37;
- gravidanza gemellare o patologie materne pre-esistenti che rischiano di peggiorare durante la gestazione, mettendo a rischio la salute materno-fetale;
Chi stabilisce lo stato di gravidanza a rischio?
Il ginecologo che ci segue durante la gestazione ha la possibilità, in qualsiasi momento della gravidanza, di verificare lo stato di salute della donna e di imporre il riposo assoluto con l’allontanamento dal lavoro, se la situazione lo richiede, per mezzo di un certificato che andrà recapito al datore di lavoro e alla sede della Direzione Provinciale del lavoro di competenza, e una copia dello stesso lo terrà la gestante per dimostrare in qualsiasi momento lo stato di gravidanza a rischio.
La documentazione necessaria per presentare la domanda di astensione o interdizione anticipata per gravidanza a rischio, consiste in un certificato medico dove appunto viene descritta la situazione di rischio, e dove si chiede l’astensione dall’attività lavorativa. Tale certificato va rinnovato periodicamente e va consegnato al datore di lavoro e spedito per via telematica all’ufficio indicato che procederà a protrarre lo stato di astensione garantendo l’indennità alla gestante.
I diritti della lavoratrice
La lavoratrice madre è tutelata e qualora subentri la necessità di astenersi dal lavoro prima dell’epoca prevista (due mesi prima della dpp), abbandonerà il lavoro e continuerà a percepire un’indennità liquidata dall’Inps ma anticipata dal datore di lavoro, nella misura dell’80% della retribuzione media giornaliera.
Per maggiori informazioni potete leggere la mini-guida dell’Inps sulla maternità e i diritti della lavoratrice.
(fonte immagine: pixabay.com)
One Comment
Leonardo
Salve,in data odierna ho ricevuto dall’Asl il certificato di gravidanza a rischio.Il problema è questo, mia moglie si è arrabbiata con me in quanto aveva calcolato di lavorare fino al 31 luglio per poi mettersi in maternità,vorrei sapere, visto che ho creato l’incidente, come fare x annullare tutto,premetto che ancora devo consegnare il certificato all’inps o all’ispettorato del lavoro pero’ via whatsup ho inviato la foto del certificato all’agenzia interinale con cui mia moglie ha sottoscritto il contratto di lavoro per una rinomata azienda italo-giapponese.
Grazie