Gestosi: conflitto tra utero e placenta all’origine della sindrome

Care mamme,

abbiamo più volte avuto modo di parlare della gestosi del terzo trimestre (o tossiemia gravidica), una sindrome che può colpire circa il 5-10% delle gestanti, specialmente se primipare.

Le cause della gestosi restano ad oggi sconosciute ma, secondo un recentissimo studio condotto dagli scienziati dell’Università di Yale di New Haven, nel Connecticut (USA), all’origine di questa patologia ci sarebbe una sorta di guerra tra utero e placenta.

Il conflitto si instaurerebbe tra l’obiettivo biologico paterno che prevede un bambino il più grande e sano possibile (servendosi della placenta che lo nutre) e l’istinto di sopravvivenza della madre, che tende a far rimanere il bambino abbastanza piccolo (nell’utero) da poter uscire dal canale del parto. Così, la placenta inganna la madre in modo che lei non attacchi le cellule del trofoblasto (che dà origine alla placenta e serve per nutrire l’embrione) che cercano di aumentare il flusso del sangue nella placenta e far crescere il bambino. Dal canto suo, per garantire la propria sopravvivenza, la madre si serve dei linfociti, che sono costantemente alla ricerca proprio di trofoblasti invasivi per distruggerli e impedire che concorrano all’aumento delle dimensioni del bambino.

A questo punto, per evitare la distruzione dei trofoblasti, la placenta secerne una proteina, la cosiddetta proteina placentare 13, che raggiunge l’utero attraverso il sangue materno con il compito di attivarne il sistema immunitario: intorno alle vene al di sotto della placenta si crea una necrosi (ammasso di cellule morte e infiammate) che attrae l’attenzione dei linfociti distogliendoli così dalla loro lotta contro i trofoblasti che rimangono così liberi di “ingrossare” il bambino.

Se questo “inganno placentare” non avviene, afferma il dottor Harvey J. Kliman, coordinatore dello studio, la futura mamma potrebbe essere più soggetta a sviluppare la preeclampsia.

Insomma, un vero e proprio conflitto di interessi all’interno del nostro corpo! Ad ogni modo, care future mamme, non prendete sottogamba eventuali sintomi precoci che, ricordiamo, sono l’aumento della pressione sanguigna (140/90), la presenza di proteine (albumina) nelle urine e la ritenzione idrica, con gonfiore specialmente al volto e alle mani. La prevenzione e l’intervento tempestivo sono fondamentali per salvaguardare la vostra salute e quella del vostro bambino.