Ogni donna in gravidanza sente parlare del capoparto. Ma di che cosa si tratta esattamente? Il capoparto è il termine con il quale viene indicato il primo ciclo che arriva dopo il parto.
Come è noto, nel corso della gravidanza non vi sono le mestruazioni, e dopo il parto esse ritornano man mano che il corpo si stabilizza e ritorna alla forma normale. Non esiste un termine per la manifestazione del capoparto per il semplice fatto che ogni donna è a sé, con il proprio corpo e le proprie esperienze, per questo non è possibile fissare un termine preciso per l’arrivo del capoparto al termine della gravidanza.
Solitamente a stimolare il ritorno delle mestruazioni è la suzione del bimbo stesso, il quale invia al corpo della madre un messaggio che stimola il ritorno dell’ovulazione. Se il bambino viene frequentemente allattato al seno, allora le mestruazioni ritorneranno prima. Altrimenti, se il bimbo si attacca al seno solamente in maniera saltuaria, il capoparto potrà farsi attendere anche per un periodo di tempo che varia dai tre agli otto mesi.
Come si è sottolineato, quindi, il capoparto potrebbe arrivare dalle tre settimane a diversi mesi dopo il parto: come già detto, ogni donna è a sé. In caso di dubbi, la soluzione migliore è certamente quella di rivolgersi al proprio dottore che potrà chiarire ogni punto oscuro.
Il capoparto è un ciclo che di solito si presenta come molto abbondante. Il primo flusso mestruale al termine della gravidanza è il segno che il corpo si sta ripristinando e che l’apparato riproduttivo sta tornando nella norma. Le ovaie, però, potrebbero aver bisogno di qualche mese per tornare del tutto in sesto.
Durante la gravidanza, infatti, il corpo delle donne emette ormoni che bloccano la comunicazione fra la zona preposta del cervello (l’ipotalamo) e l’ipofisi con le ovaie, di modo che le mestruazioni scompaiono fino alla nascita del bebè. Il fatto che ogni donna abbia un proprio fisico e una propria esperienza deve rassicurare sul fatto che, nella fase di attesa del capoparto, potrebbero esserci fisiologici ritardi che non devono dar luogo a preoccupazioni.
Come anticipato, il flusso del capoparto è particolarmente intenso per la maggior parte delle donne, e può presentarsi in maniera irregolare. Anche se prima di rimanere incinte si aveva un ciclo molto regolare, è possibile che il capoparto si presenti come “scomposto”, che il primo flusso sia intenso, o al contrario molto ridotto, tanto da poter essere scambiato per una perdita. Il capoparto non è da confondere con le lochiazioni: queste ultime sono delle piccole perdite di sangue e di siero, di colore rosso vivo nei giorni dopo il parto, sempre più flebili e meno scure man mano che trascorre il tempo. Le lochiazioni sono il simbolo della guarigione dell’utero dopo il parto, e non devono essere confuse con il capoparto. Il capoparto può durare poco tempo ma può anche, al contrario, prolungarsi fino a dieci giorni.
Anche se il capoparto dovesse venire subito dopo il parto, non ci deve essere timore riguardo all’incompatibilità con l’allattamento: infatti è perfettamente possibile allattare anche durante il ciclo. In questo caso però potrebbe essere che gli ormoni rendano il sapore del latte un pochino più salato.
Ogni tipo di irregolarità nel ciclo dopo il parto non deve stupire: le ghiandole preposte al controllo del mestruo devono avere il loro tempo per risistemarsi e per poter dare l’avvio ad un nuovo ciclo mestruale. Il capoparto segna l’inizio della normalità dopo il periodo della gravidanza, ma attenzione: il capoparto non combacia sempre con l’avvio della fertilità. L’ovulazione può cominciare anche un paio di settimane prima rispetto al primo ciclo, è bene tenerne conto in caso di rapporti.