Care mamme,
quelle di voi che, come me, hanno più di un bambino, sicuramente avranno assistito a qualche prepotenza di un fratello nei confronti dell’altro. Una cosa normale che in un certo senso caratterizza il rapporto tra fratelli, ma che però non dobbiamo prendere sottogamba.
Infatti, secondo uno studio della statunitense Clemson University pubblicato sul Journal of Interpersonal Violence, quelle che a noi genitori possono sembrare normali scaramucce e innocui dispetti tra fratelli, quasi indispensabili alla crescita, in realtà potrebbero rivelarsi dei veri e propri atti di bullismo, la cui gravità non deve essere assolutamente sottovalutata. Il team di studiosi, guidato dal docente di psicologia Robin Kowalski, ha infatti preso in esame 30 coppie di fratelli che hanno affermato di aver conosciuto il bullismo tra le mura domestiche, subendolo (75%) o in qualità di bullo della situazione (85%).
La percentuale di bulli così alta porta ad alcune considerazioni, come spiega Kowalski: “La cosa ci è apparsa strana. Questi dati si discostano dalle percentuali riscontrate in altri episodi di bullismo, ad esempio tra compagni di scuola, dove solitamente i ‘carnefici’ sono più restii a dichiararsi tali. Il bullismo tra fratelli, dunque, non sembra essere percepito come un problema, ma viene accettato come qualcosa di normale”. In un certo senso, è come se ci si sentisse meno colpevoli a essere arroganti e prepotenti con il proprio fratello, piuttosto che con un compagno di classe ad esempio.
Questo atteggiamento può risultare rischioso per le piccole vittime, con conseguenze anche importanti sulla loro salute mentale. Secondo un’altra ricerca portata a termine dall’Università del New Hampshire e pubblicata su Pediatrics infatti, subire atti di bullismo dal proprio fratello può provocare, anche a distanza di anni, profonde cicatrici a livello psicologico, ansia e depressione.
Come afferma Corinna Jenkins Tucker, esperta di studi sulla famiglia e principale autrice dello studio (condotto su circa 3600 bambini sotto i 17 anni) “certi atteggiamenti prevaricanti tra fratelli sono altrettanto pericolosi per la mente del bambino quanto gli atti di bullismo che possono avvenire a scuola o in altri ambienti lontani da casa”. Consideriamo inoltre che gli episodi di violenza tra fratelli avvengono 4-5 volte più frequentemente rispetto a quelli che coinvolgono altri membri della famiglia. E anche se può sembrare strano parlare di bullismo all’interno dell’ambiente protetto per eccellenza, ossia la famiglia, gli esperti assicurano che proprio l’ambiente domestico, con la sua stretta convivenza (spesso i fratelli condividono anche la stessa camera), è uno dei luoghi dove i meccanismi psicologici che danno origine al bullismo possono meglio attecchire. Anche perché c’è la componente dell’affetto, il che rende le dinamiche ancora più complesse.
Ma cosa si intende esattamente per atti di bullismo? Tra maschi sono più frequenti aggressioni di tipo fisico (schiaffi, spintoni, calci) ma non solo, anche insulti, prese in giro e tanti subdoli dispetti con cui i fratelli sono soliti punzecchiarsi, come rompere i giochi dell’altro ad esempio. Le femmine ricorrono invece generalmente a “persecuzioni” di tipo psicologico più sottili, come messa in ridicolo davanti agli altri, derisione, apprezzamenti negativi sull’aspetto fisico della sorella.
Certo, adesso non dobbiamo esagerare e intervenire per ogni banale conflitto tra i nostri figli – che, tra l’altro è sempre un buon allenamento per imparare ad affrontare le difficoltà dei rapporti interpersonali e quindi imparare a difendersi – ma neanche liquidare le “angherie” più antipatiche facendole rientrare nella normalità.
Insomma, un po’ di sentimenti negativi (gelosia, rivalità, rabbia, risentimento) sono da “mettere in conto” in un normale rapporto tra fratelli, ma non bisogna fare l’errore di sottovalutarne la gravità se sfociano costantemente in aggressioni fisiche e verbali troppo violente, che provocano umiliazione e disagio nel figlio bersagliato. Come sottolinea la Tucker, “il confine tra la normalità e l’abuso è spesso sottile e a volte sono i genitori che involontariamente alimentano i conflitti tra i loro figli, ad esempio evidenziandone le differenze e trascurando le loro difficoltà”.
Insomma, anche tra fratelli si può parlare di bullismo vero e proprio e noi genitori dobbiamo essere più consapevoli dei rischi per i nostri figli, tipo il fatto che un bambino vittima di bullismo da parte di un fratello ha più probabilità di essere vittima di bullismo anche da parte dei compagni. È importante dunque far sapere ai ragazzi che certi atteggiamenti non possono mai essere tollerati, né nei confronti di un compagno di giochi, né verso un fratello. E in caso di comportamenti sbagliati è fondamentale aiutare a capire la gravità di quanto è successo, insegnare a chiedere scusa all’altro e a fare sinceramente pace.
Per quanto riguarda il rapporto tra fratelli, spetta a noi genitori vigilare sulla natura degli inevitabili bisticci e, contemporaneamente, promuovere ogni aspetto positivo della relazione tra i nostri figli per salvaguardarne il benessere psicologico e il loro futuro senso di autostima.
Che ne pensate mamme? Com’è la situazione a casa vostra? Avete mai assistito a episodi di bullismo tra i vostri figli? Pensate sia un’esagerazione parlare di bullismo o siete d’accordo con gli studiosi?