Amniocentesi meno rischiosa grazie agli antibiotici

Care mamme,

di diagnosi prenatale invasiva e non invasiva abbiamo già diffusamente parlato, prendendo singolarmente in esame tutte le procedure di screening che ci consentono di controllare lo stato di salute del nostro bambino, già dentro il pancione.

Uno di questi test è l’amniocentesi, esame invasivo da effettuare tra la sedicesima e la diciottesima settimana di gravidanza, che consiste nel prelievo di una piccola quantità di liquido amniotico, dalla cui analisi possono essere evidenziate eventuali anomalie nello sviluppo del feto. L’amniocentesi è sicuramente tra gli esami più attendibili ma, proprio perché invasiva, non è esente da rischi, primo fra tutti l’aborto.

Ma c’è una buona notizia per tutte le future mamme che intendono sottoporsi a questo esame: se l’amniocentesi è preceduta da un’adeguata profilassi antibiotica, il rischio di aborto può ridursi significativamente, scendendo da una percentuale dell’1% allo 0,3-0,5%.

Lo sostengono i ricercatori dell’Unità di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Cannizzaro di Catania, coordinati dal direttore, dottor Paolo Scolli, Vice Presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO).

Secondo quanto dimostrato dagli studiosi, il rischio di aborto non è dovuto al prelievo in sé ma alla possibilità che il liquido amniotico si infetti nei giorni immediatamente successivi all’esame. La funzione degli antibiotici sarebbe quindi proprio quella di contrastare i batteri che colonizzano le vie genitali femminili e che, al momento del prelievo, possono intrufolarsi causando infezioni del liquido stesso, che possono portare fino alla rottura del sacco che contiene il bambino.

Come spiega il dottor Scollo all’Ansa, lo studio italiano APGA Trial (il più grande studio mai eseguito in ambito di diagnosi prenatale, condotto tra il 1999 e il 2005 e pubblicato nel 2009 sulla rivista Prenatal Diagnosisha valorizzato il ruolo dell’antibiotico-profilassi prima dell’amniocentesi del secondo trimestre riducendo di circa il 50% il rischio di aborti, e dopo la pubblicazione dello studio numerosi centri hanno cominciato a far assumere antibiotici alle donne gravide che intendevano sottoporsi ad amniocentesi”.

E per chi ha qualche remora ad assumere antibiotici in gravidanza, lo studio assicura che essi non compromettono in alcun modo la salute del feto, in quanto il principio attivo in essi contenuto si accumula essenzialmente nelle membrane amniotiche, senza riuscire ad attraversare la barriera della placenta. Per questo, esso arriva al feto in minime quantità, che non possono quindi essere considerate una controindicazione alla profilassi.